Secret Wars 5, la recensione

Abbiamo recensito per voi Secret Wars 5, di Jonathan Hickman ed Esad Ribic, edito da Panini Comics

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Con il quinto numero di Secret Wars, la miniserie evento compie il suo giro di boa e alza il velo sullo scontro finale tra il Dottor Destino e gli Arcani e la conseguente nascita del pianeta patchwork noto come Battleworld.

La storia di questo quinto capitolo riprende la narrazione da dove l'avevamo lasciata. Stephen Strange ha scelto di tradire il suo "dio", salvando i sopravvissuti del precedente Multiverso Marvel appartenenti a Terra-616 e Terra-1610 (sia eroi che villain). Tale decisione da parte dello Sceriffo di Battleworld, nonché braccio destro di Victor Von Doom, gli è però costata cara: Strange ha infatti pagato con la vita, venendo letteralmente scomposto in atomi da Destino. Dopo la cerimonia funebre del personaggio, lo stesso nuovo Padre di Tutto scende in alcune misteriose segrete nelle quali ritroviamo un altro individuo creduto scomparso, ma sorprendentemente ancora in vita: Molecola.

Owen Reece è infatti presente su Battleworld, mondo che ha potuto prender vita anche grazie al suo incredibile potere. È nel dialogo tra Destino e Molecola che finalmente apprendiamo come abbia fatto il trio composto da loro due e Strange a sconfiggere gli onnipotenti esseri noti come Arcani, salvando così alcuni frammenti di svariate dimensioni per poi unirle nel mondo sul quale si stanno svolgendo le nuove Guerre Segrete. Già dal prossimo numero inizierà invece l'atto conclusivo di Secret Wars che si preannuncia scoppiettante.

Se mai ve ne fosse stato bisogno, con questo quinto numero della miniserie ideata da Jonathan Hickman riusciamo a carpire la reale portata della storia immaginata dallo sceneggiatore americano, che giunge a conclusione di un "piano" gigantesco, i cui semi sono stati gettati negli anni non solo nel corso della sua gestione di Avengers e New Avengers, ma anche, precedentemente, su Fantastic Four e Ultimates. La rivisitazione di una vasta fetta della mitologia della Casa delle Idee fatta da Hickman è impressionante, come sconvolge positivamente quale sia la reale gittata della storia da lui immaginata: la stessa operazione di retcon operata sul personaggio di Molecola (in origine una figura di secondo, se non terzo, piano) è davvero pregevole. Owen Reece è quindi a tutti gli effetti la chiave di volta dalla quale dipendeva l'esistenza stessa del Multiverso Marvel: lo avreste mai immaginato?

In questa storia, che si concentra più sui (rivelatori) dialoghi che sull'azione, Hickman riesce in ciò in cui è più bravo: conferire epicità, spessore ed emotività ai personaggi, ponendoli in un contesto sempre più mitologico, ma fedele alla tradizione del fumetto supereroistico. Non ci ripetiamo all'infinito sul talento di Esad Ribic: è cristallino agli occhi di tutti come Secret Wars sia il suo lavoro migliore, a testimonianza di una crescita artistica del disegnatore croato che è davvero esponenziale e che sta raggiungendo vette molto, molto alte. Grazie alla sua chiarezza nel tratto, al suo realismo espressivo infuso ai personaggi e a un'impostazione dello storytelling esemplare, Ribic riesce nel suo compito più importante: rendere comprensibile e fluida una storia che, per sua stessa natura, è molto complessa.

In appendice dell'albo proposto da Panini Comics troviamo inoltre tre storie tratte, rispettivamente, dagli antologici Secret Wars: Battleworld #2 e Secret Wars: Secret Love #1. Nella prima, conosciamo un'inedita versione del Generale Thaddeus "Thunderbolt" Ross, impegnato come gladiatore nel Killiseum di Arcade con l'identità di (un) War Machine, mentre negli altri due brevi racconti romance, che strizzano l'occhio al fumetto di genere degli anni '50 e '60, leggiamo le vicissitudini di Danny Rand (Iron Fist) e Misty Knight, qui sposati da tempo e genitori di una bambina, oltre che di Squirrel Girl, che vince un appuntamento galante con l'originale Thor.

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