Secret Wars #2, la recensione

Abbiamo recensito per voi Secret Wars #2, nuovo capitolo della miniserie evento firmata da Jonathan Hickman ed Esad Ribic

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Dopo l'ultima Incursione, che ha messo fine al multiverso, narrata nel primo capitolo (trovate la recensione qui), entriamo nel mondo di Secret Wars, il pianeta conosciuto come Battleworld: gli eventi del secondo numero della miniserie destinata a cambiare drasticamente l'universo narrativo della Casa delle Idee inizia infatti in medias res, mostrandoci un giovane ragazzo sollevare Mjöllnir e diventare Thor. O meglio, diventare un Thor. Sì, perché nel regno di Doomgard vi è un intero esercito di Dei del Tuono, tutti al servizio del Padre di Tutto, Destino, del quale sono una vera e propria forza armata.

Finalmente, dunque, ci è stato rivelato chi è l'artefice dietro la nascita di questo nuovo mondo, così simile a quello pre-esistente, eppure, allo stesso tempo, diametralmente opposto. Al culmine della gestione di Jonathan Hickman delle testate Avengers e New Avengers abbiamo scoperto infatti come dietro al nome di Rabum Alal, onnipotente entità pandimensionale, non vi fosse altri che Victor Von Doom, il quale è riuscito a impedire la fine di tutte le cose e a plasmare il creato secondo la sua volontà.

Nel dominio di Doomstadt, infatti, il Dottor Destino siede sul trono di Battleworld, situato alle radici di Yggdrasill, l'Albero del Mondo della mitologia norrena. Il signore di questo mondo, quasi asceso al ruolo di divinità, ha diviso il suo impero in molteplici regni, la gestione dei quali è affidata ognuno a un signore locale. Nel corso della narrazione, scopriremo qualcosa di più anche su Higher Avalon, amministrato dalla famiglia reale dei Braddock, e Bar Sinister, sotto la crudele tirannia del villain Sinistro. Proprio fra questi due domini vi sarà un contenzioso, il quale sarà oggetto di dibattito del Consiglio convocato da Destino e dal suo consigliere, il Dottor Strange. Le rivelazioni di questo secondo numero, però, non finiscono qui: difatti, apprenderemo cosa spetta a coloro che tradiscono Destino, i quali vengono condannati all'esilio al di là dello Shield, una gigantesca muraglia che tiene al sicuro i vari regni dai terribili e mortiferi abitanti delle terre dimenticate, conosciute con i nomi di Deadlands, abitata da mostri e zombie, Perfection, dominio del robot genocida Ultron, e la misteriosa New Xandar.

Come se non bastasse, un'inattesa scoperta viene fatta dai componenti della Fondazione, ente scientifico dell'impero: nel sottosuolo di Utopolis, infatti, viene rinvenuto un misterioso reperto, risalente a un'epoca precedente alla nascita di Battleworld. Inutile nasconderlo, qualcosa, o meglio qualcuno, del vecchio Universo Marvel è sopravvissuto alla fine di tutte le cose.

L'enorme portata della storia immaginata da Hickman si manifesta improvvisamente in tutto il suo splendore in Secret Wars #2, vero e proprio inizio di un racconto dalle incredibili potenzialità. Il lettore, infatti, si trova catapultato in qualcosa di così originale e inatteso da rimanerne piacevolmente sconvolto.

Gli elementi narrativi, i personaggi e i luoghi che iniziamo a incontrare su questo nuovo Battleworld sono qualcosa di davvero affascinante, cosa che spinge a volerne sapere sempre di più. La grande immaginazione dello sceneggiatore, che di certo non scopriamo qui per la prima volta, gli permette di essere un affidabilissimo costruttore di mondi misteriosi e particolari. La storia si dipana in maniera fluida e coerente, senza buchi narrativi, e dando vita a sottotrame che saranno esplorate nel prosieguo di Secret Wars e delle molteplici miniserie satelliti di prossima uscita. Non si possono non riscontrare, inoltre, i diversi riferimenti a una della saghe fantasy più famose e apprezzabili degli ultimi tempi, Game of Thrones: al lettore il compito di scovarli.

Alla parte grafica, a costo di doverci ripetere, troviamo uno degli artisti più talentuosi del panorama fumettistico internazionale, Esad Ribic, il quale conferma quanto di buono visto nel primo numero, disegnando tavole ricche di emozione e vita, una più bella dell'altra. La cura del particolare, il grande realismo anatomico, l'espressività dei volti dei personaggi fanno sì che Secret Wars sia una storia visivamente maestosa.

Se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo dire che questo è uno dei giorni più belli per gli appassionati di fumetto supereroistico. Di certo, è ancora troppo presto per sentenziare la bontà qualitativa di Secret Wars in termini assoluti ma certamente stiamo avendo la possibilità di leggere qualcosa di realmente innovativo e originale, una boccata di aria fresca in un mondo narrativo a volte troppo stereotipato.

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