Secret Warriors 1, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo numero di Secret Warriors, di Matthew Rosenberg e Javier Garrón

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


Condividi

Secret Warriors #1, anteprima 01

Un cubo cosmico senziente ha modificato il passato di Capitan America trasformandolo in un agente dormiente dell’Hydra. Ora, a capo dell’organizzazione criminale, Steve Rogers ha messo in pratica un articolato piano grazie al quale si è insediato alla guida degli Stati Uniti. Tra le pagine di Secret Empire, miniserie-evento scritta da Nick Spencer, stiamo assistendo alle diverse fasi dell'operazione su vasta scala mirata contestualmente all’annientamento della comunità supereroistica.

Come spesso accade durante questi megaeventi, anche in questo caso le testate Marvel stanno ospitando dei tie-in che permettono di esplorare situazioni che meritano un’analisi più dettagliata e approfondita. Tra le diverse pubblicazioni targate Panini legate all'evento c'è il primo numero di Secret Warriors, brossurato da fumetteria che raccoglie la prima parte dell’omonima serie scritta da Matthew Rosenberg (Phoenix Resurrection) e disegnata da Javier Garrón (Star-Lord). Protagonista indiscussa di questa emozionante avventura è Daisy Johnson, nota anche come Quake, a capo di un'improbabile squadra di Inumani composta da Ms. Marvel, Karnak, Moon Girl, Devil Dinosaur e Inferno.

Il primo arco narrativo, intitolato Rifare il mondo daccapo, è immerso in un clima di terrore e di paura allineato con quanto orchestrato da Spencer sulle pagine di Secret Empire. In particolare, Rosenberg sfrutta lo status quo degli Inumani - chiusi in campi di sterminio dall'Hydra e orfani della Famiglia Reale partita per lo spazio - per imbastire una vicenda incentrata sul concetto di resistenza. Daisy Johnson, agente dello S.H.I.E.L.D. addestrata da Nick Fury, non accetta il tradimento di Capitan America e si oppone con ogni mezzo al suo dispotico regno.

Sfruttando al meglio la natura itinerante di questi primi cinque capitoli, Rosenberg conduce i personaggi in un viaggio ricco di insidie, reso ancora più pericoloso e affascinante dai cammei di altri team dell'Universo Marvel che cercheranno di arrestarne la marcia. I diversi volti incontrati lungo il tragitto offrono lo spunto per creare sia esilaranti siparietti sia intensi momenti di riflessione: la realtà è cambiata, gli Inumani sono percepiti come una minaccia, una razza nemica da emarginare o eliminare.

Secret Warriors #1, anteprima 02

In questo clima di repressione muove i primi passi un gruppo sui generis che pur nascendo sotto i peggiori auspici – ognuno dei personaggi cela al suo interno paure, debolezze e segreti che potrebbero minare la stabilità della squadra – riesce a imporsi grazie a un’idea comune di appartenenza e di ribellione. La scena è sicuramente catturata da Daisy, dal suo carattere risoluto e dalla sua capacità innata di essere leader, dietro la quale si nasconde l’animo ferito di un ragazzina cresciuta con modelli ben precisi.

Dinamico, fresco, incisivo e vibrante: così si presenta l’esordio di Secret Warriors. La narrazione parte in medias res e si sviluppa lungo due binari: il primo segue la vicenda principale; il secondo è segnato da continui flashback che permettono al lettore di ricostruire l’antefatto focalizzandosi su Moon Girl e Ms. Marvel. Con un’attenta regia dal ritmo serratissimo, Rosenberg gestisce al meglio le potenzialità dei singoli personaggi facendoli interagire nel migliore dei modi; inoltre, non si lascia sfuggire l'occasione offerta dal megaevento Secret Empire ed è bravo a sfruttare al meglio il contesto cupo e il clima di terrore.

Oltre agli innegabili pregi dei testi, l’ottima impressione offerta da Secret Warriors è figlia del convincente lavoro svolto da Garrón al tavolo da disegno. Lo storytelling dell’artista spagnolo cattura l’energia e la drammaticità della sceneggiatura per restituirla attraverso tavole in cui espressività e dinamismo concorrono a creare un risultato suggestivo. Lo stile preciso e lineare di Garrón, inoltre, ben si sposa con le colorazioni di Israel Silva, che danno la giusta enfasi alle diverse fasi del racconto.

Il primo numero di Secret Warriors è sì una lettura figlia della miniserie di Spencer ma ha il pregio di ampliare l'esperienza aggiungendo elementi funzionali che sfruttino al meglio le potenzialità del mondo oscuro scaturito dal tradimento di Capitan America.

Continua a leggere su BadTaste