Secret Invasion 1×06 “Casa”, la recensione

Secret Invasion conclude la propria corsa con l'episodio peggiore della serie, incapace di concretizzare quanto di buono visto nello show

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La recensione del sesto episodio di Secret Invasion, intitolato "Casa", disponibile su Disney+

Quando venne annunciata la serie TV di Secret Invasion, gli appassionati di fumetti sapevano benissimo a cosa sarebbero andati incontro. Stiamo parlando di uno show dove i protagonisti non possono fidarsi di nessuno, dove anche il proprio migliore amico può rivelarsi uno Skrull sotto mentite spoglie. Una serie di intrighi e tradimenti, differente dalla run cartacea, ma altrettanto emozionante. Quello che è stato portato in scena è sì un racconto di spionaggio, ma meno roboante di quanto ci si sarebbe potuti aspettare.

Dopo un inizio interessante, Secret Invasion si è un po’ adagiata sugli allori, dando vita a puntate dalla durata ridotta e incapaci di scatenare il vero potenziale della trama. Nonostante il cast davvero in parte, è stata la sceneggiatura a convincerci meno, soprattutto nell’episodio della scorsa settimana. Ci siamo avvicinato a questo finale, quindi, con un po’ di paura di venire scottati un’altra volta dopo la terribile conclusione di Moon Knight e di rimanere insoddisfatti dell’ennesimo prodotto legato all’universo Marvel. Universo che non abbiamo mai nascosto di amare e che ci spiace abbia perso un po’ lo smalto degli scorsi anni (Guardians of the Galaxy Vol. 3 a parte).

E quindi? Com’è quest’ultimo episodio di Secret Invasion? Scopritelo nella nostra recensione.

ASPETTANDO GODOT

I pezzi sono tutti disposti sulla scacchiera. La tensione è alle stelle. La pace nel mondo è in serio pericolo. Questo è il lascito delle precedenti puntate dello show, che hanno preparato il terreno per lo scontro finale tra Nick Fury e Gravik. Nick ha infatti deciso di consegnare il DNA degli Avengers al terrorista, ma sembra aver un piano in mente. Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti si prepara a lanciare un attacco alla Russia, convinto da James “Skrull” Rhodes che sia la responsabile dell’attacco che ha attentato alla sua vita.

La base di partenza di “Casa”, questo il nome dell’episodio, è senza dubbio interessante, ma viene gestita in modo estremamente confusionario dalla scrittura di Kyle Bradstreet e di Brian Tucker. I personaggi si comportano in modo bizzarro, con dialoghi fuori contesto e distanti da quanto visto nelle scorse puntate. Il fatidico scontro finale è tanto brutto da vedere a causa di una CGI imbarazzante, quanto privo di significato. Persino il discorso commovente che lo precede viene vanificato da una scelta narrativa che priva Fury di valore, per consegnarlo nelle mani di G’iah. Aggiungeteci una spruzzata di incongruenze all'interno del MCU e alcuni momenti resi inutilmente complessi, ma risolvibili molto rapidamente ed ecco che il finale di Secret Invasion è l’ennesimo prodotto televisivo Marvel incapace di concretizzare quanto seminato nel corso dello show.

Come nella peace teatrale di Samuel Beckett che dà il titolo al paragrafo ci aspettavamo qualcosa di interessante. E infine, esattamente come in Aspettando Godot, quel qualcosa non arriva. Ma noi continueremo ad aspettare e a riporre fiducia nel prossimo show. Dopotutto lo facciamo sempre e, in fondo, ci siamo ormai abituati a rimanere delusi.

UN CAST SPRECATO

Giunti al termine di Secret Invasion, ora possiamo affermarlo con certezza: il cast scelto per dare vita alla serie è di ottimo livello, ma totalmente sprecato da una scrittura raffazzonata.

L’evoluzione psicologica di Nick Fury (Samuel L. Jackson) è tanto caotica da perdere di significato. Il trattamento riservato a Talos (Ben Mendelsohn) è davvero imperdonabile, soprattutto vista la bravura con cui l’attore australiano ha portato in scena il personaggio. Gravik (Kingsley Ben-Adir) ha un momento in quest’ultimo episodio di grande impatto emotivo, ma che gli sceneggiatori hanno ben pensato di sminuire pochi secondi dopo con un colpo di scena quantomeno discutibile. Senza dimenticarci della carismatica Sonya Falsworth (Olivia Colman) e della dolcezza di Varra (Charlayne Woodard), personaggi secondari che avrebbero meritato una cura differente. Gli autori, infatti, hanno preferito concentrarsi sulla G’iah di Emilia Clarke, che non ci ha convinti sin dal primo episodio e che si conferma essere un personaggio tanto vuoto, quanto banale.

Quanto accade al termine di questa sesta puntata, getta delle basi potenzialmente importanti per il futuro, ma lo fa senza un minimo di logica. Basi che, al momento, non sembrano essere state prese in considerazione da nessuna delle prossime opere del MCU. Il tutto senza stupire mai davvero lo spettatore, lasciandolo con l’amaro in bocca per l’ennesima volta. Un vero peccato.

SECRET INVASION

Secret Invasion è quindi una brutta serie? “Brutta” è forse un’esagerazione, ma “deludente” rende sicuramente l’idea. La sensazione di aver assistito alla mediocre trasposizione di una valida idea si fa sempre più spazio nella nostra mente, accompagnata dal grande fastidio provato al termine di quest’ultimo episodio. Il Marvel Cinematic Universe si merita show televisivi migliori. Noi spettatori ci meritiamo show televisivi migliori. Speriamo che con la recente riorganizzazione in Disney si punti a ottenere risultati differenti anche nel campo delle serie TV del MCU, perché i tempi di WandaVision sembrano sempre più lontani.

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