Secret Empire: Omega, la recensione

Abbiamo recensito per voi Secret Empire: Omega, di Nick Spencer, Andrea Sorrentino e Joe Bennett

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


Condividi

Secret Empire: Omega, anteprima 01

Nonostante le ottime premesse, l'ultimo evento Marvel, Secret Empire, ha lasciato in tanti con l’amaro in bocca a causa di un finale poco ambizioso e privo di mordente. In fondo, prendere uno dei personaggi simbolo della Casa delle Idee, stravolgerne radicalmente lo status quo e trasformarlo nel leader dell’organizzazione terroristica che da sempre combatte è un’operazione rischiosa che non può concludersi in maniera semplicistica.

Dopo aver costruito una trama ad ampio respiro in cui il “suo” Steve Rogers è in realtà un agente dormiente dell’Hydra che per anni ha lavorato sotto traccia, lo scrittore Nick Spencer ha infatti chiuso la miniserie con uno scontro tra i due Capitan America - quello “buono”, tornato dal piano esistenziale in cui era stato confinato, e quello “cattivo”, Leader Supremo dell’Hydra - che di fatto ha ripristinato lo stato delle cose in un assetto pre-Secret Empire e che svilisce il certosino lavoro precedentemente imbastito. Sconfitta definitivamente l’Hydra e catturato il suo capo, per la comunità supereroistica è tempo di ricostruire tanto le infrastrutture distrutte quanto la fiducia in loro della gente.

Prima che i lettori si immergano nella nuova fase Marvel, Legacy, Spencer chiude il cerchio rispondendo ad alcuni interrogativi rimasti in sospeso; in particolare, sulle pagine dell'epilogo Secret Empire: Omega assistiamo all’atteso confronto tra i due Cap, conosciamo il fato degli X-Men - qui rappresentati da Bestia ed Emma Frost - e del Punitore; inoltre, Bucky Barnes è a Madripoor, convinto che Natasha Romanoff non sia davvero morta.

Diversi sono i filoni narrativi, ma quello centrale - incentrato sui due Steve - è senza dubbio il più emozionante: all’interno di una delle celle di sicurezza della prigione segreta Colonna Ombra va in scena un sentito confronto tra le ideologie contrapposte dei protagonisti del recente evento. Approfittando di questo spunto, Spencer si lancia in una lucida analisi dello scenario politico attuale: l’ideologia corrotta dell’Hydra ha preso il controllo della nazione consapevolmente appoggiata dal popolo. La paura e l’odio sono il motore di un cambiamento sociale che permette a persone come lo Steve Rogers malvagio di approfittare della situazione e far sì che la violenza e il controllo delle masse vengano istituzionalizzati in nome della sicurezza.

Assistendo al fallimento degli ideali e al tradimenti dei difensori di questi principi, la gente comune decide di allontanarsi dagli eroi, di rifiutare l’aiuto offerto da Cap e dai suoi sodali: è questa la cicatrice che indelebile segna il ritorno dell’originale Steve Rogers sulla scena; quasi a voler modificare il tiro rispetto al finale della miniserie e aggiungendo una sfumatura diversa al tutto. La correzione non è sostanziale ma sicuramente più incisiva e offre una risoluzione meno deludente rispetto a quanto letto sulle pagine di Secret Empire 10. Non è l'unica riflessione che ritroviamo nelle dense battute del dialogo tra i due: nelle parole dello Steve che tutti amiamo ritorna un tema della storica maxi-serie di Alan Moore e Dave Gibbon, Watchmen, ("Chi controlla i controllori?") e fa capolino un'acuta osservazione che contraddice le premesse di Secret Empire (la possibilità di instaurare un regime in grado di assicurare pace al suo popolo eliminando le guerre).

Secret Empire: Omega, anteprima 02

La storia portante è dunque incentrata sui due protagonisti del megaevento, relegando a pochi incisi lo sviluppo delle altre sottotrame: in tal senso, Spencer è abile nel gettare le basi dei prossimi sviluppi dell'Universo Marvel, a preparare il terreno per le nuove storie del Punitore, degli X-Men e del Sodato d’Inverno. Il commiato di Spencer dal progetto è sicuramente intenso, fotografa lo scenario politico contemporaneo con puntuta sagacia e in parte mitiga la delusione per la conclusione della saga.

La componente artistica è affidata a una coppia di artisti, Andrea Sorrentino e Joe Bennett: il disegnatore nostrano ci regala l’ennesima buona prova caratterizzata dalle splendide soluzioni adottate per costruire tavole dal forte sapore pop; meno convincente l’espressività dei primi piani, troppo bloccata sui due protagonisti e spesso ripetitiva. Lo stile sintetico di Bennett, invece, spezza la continuità artistica del brossurato per concentrarsi sulla narrazione dei brevi incisi con il consueto approccio tradizionale ma anche un buon dinamismo.

Si rivela poco più di un semplice divertimento, invece, la storia breve posta in chiusura, Secret Empire [versione breve], scritta dallo stesso Spencer per le matite di Scott Koblish: in poche pagine vengono condensati gli aspetti salienti della saga riletti con riuscita ironia. In particolare, vengono evidenziate le forti critiche ricevute dallo scrittore a seguito del tradimento della Sentinella della Libertà: una boutade in grado di offrire un divertito punto di vista sulla drammatica vicenda.

Continua a leggere su BadTaste