Secret Empire 8, la recensione
Abbiamo recensito per voi Secret Empire 8, di Nick Spencer, Daniel Acuna, Rod Reis e Sean Izaakse.
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Nel momento in cui il buio sembra essere calato definitivamente su ciò che resta della Resistenza, uno spiraglio squarcia le tenebre per ridare speranza a chi ancora non vuole arrendersi all’egemonia dell’Hydra e del suo Leader Supremo: Steve Rogers, alias Capitan America. Il volto e la voce di questa flebile breccia sono quelli di Sam Wilson, ex spalla di Cap, l’uomo che ne ha raccolto l’eredità e che oggi chiama alle armi tutta la comunità supereroistica per un ultimo disperato assalto.
Epico, evocativo, luminoso: così si presenta questo ottavo numero di Secret Empire, miniserie scritta da Nick Spencer e pubblicata da Panini Comics. Se fino a questo punto la scena è stata catturata dall’oscura, pragmatica e dispotica figura di Steve Rogers, in questo terz’ultimo appuntamento, Sam Wilson far ritorno per infondere alle sue “truppe” speranza, nuova forza e convinzione al fine di ribaltare la situazione, dimostrando – qualora ce ne fosse ancora bisogno – di essere degno tanto dello scudo quanto del titolo di Capitan America.
L’ottavo capitolo scorre carico di pathos, attraversato da una positiva carica emotiva che enfatizza la riscossa degli eroi. I dialoghi sono ridotti all’osso, preferendo l’utilizzo di didascalie pronte a sottolineare la solennità dei singoli passaggi. Resta forte la capacità di Spencer di inserire tematiche attuali e delicate – le lotte ideologiche, i contrasti generazionali, la caduta morale di una nazione – e saperle adattare allo scenario da lui abilmente creato.
Giunti a questo punto del megaevento, però, emerge una pecca intrinseca alla natura dell’evento: diversi momenti salienti sono legati a quanto presentato nei vari tie-in, cosa che rende obbligatoria la lettura delle altre testate Marvel per godere al meglio di tutte le sfumature dei singoli passaggi, inficiando così la fruibilità della miniserie portante di Secret Empire.
Il cambio di tono operato da Spencer viene ripreso dall’ennesimo grande nome coinvolto sulla miniserie: Daniel Acuña. Lo storytelling dell’artista spagnolo trasmette la tensione, l’epicità e la solennità della sceneggiatura e conduce il lettore in un viaggio - fisico quanto metaforico - dal buio verso scenari più solari. Ad affiancare Acuña alle matite troviamo Rod Reis con il suo stile onirico e lo Steve Rogers “dall’animo gentile”, il cui incontro finale rappresenta un importante quanto decisivo punto di svolta.
In chiusura, la storia breve tratta da Secret Empire: Brave New World intitolata Supersexy. Autori di queste poche pagine dedicate a Domino, ex membro di X-Force, sono Leah Williams (testi) e Victor Ibañez (disegni). Fin qui, questo tipo di racconti si sono segnalati - salvo rare eccezioni - per la leggerezza dei toni, nonostante si indagassero i nuovi aspetti degli Stati Uniti emersi a seguito l’ascesa dell’Hydra. Rientra in questo filone anche Supersexy, avventura ironica in cui la mercenaria deve eliminare Emma Frost nella cornice balneare di New Tian, nazione sorta in California per confinare i mutanti.