Secret Empire 7, la recensione

Abbiamo recensito per voi Secret Empire 7, di Nick Spencer, Andrea Sorrentino, Joshua Cassara e Rod Reis

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Secret Empire 7, anteprima 01

La Resistenza è stata infine piegata: grazie alle informazioni estorte ad Ant-Man – che si è rivelato essere il traditore del gruppo guidato dall’intelligenza artificiale di Tony StarkCapitan America ha localizzato la base dei ribelli e ha distrutto ogni possibilità di contrattacco. I pochi superstiti sono riusciti a mettersi in salvo perché il Figlio di Odino ha deciso di non intervenire, mosso a pietà nei confronti dei suoi ex alleati da un forte travaglio interiore. La furia cieca di un redivivo Hulk (ma sarà davvero il Bruce Banner originale?) ha spazzato via l’intera montagna, un pugno dopo l'altro.

Il controllo totale degli Stati Uniti, a questo punto, è minacciato esclusivamente dalla Vedova Nera e dai suoi giovani seguaci, i Champions. Chi ha seguito il precedente megaevento MarvelCivil War II, sa che, stando alla visione dell’Inumano Ulysses, proprio uno di questi nuovi supereroi, Miles Morales alias Spider-Man, è destinato a uccidere Steve Rogers; non a caso, la cerimonia di ricostruzione del Campidoglio a Washington è ormai imminente...

A mali estremi, estremi rimedi: questo è l’adagio ideale per il settimo numero di Secret Empire, miniserie scritta da Nick Spencer e pubblicata da Panini Comics. L’Hydra è sì riuscita ad assumere il controllo della prima potenza mondiale grazie al suo Leader Supremo, ma lo scontro tra le opposte fazioni, oltre che fisico, presenta una forte connotazione ideologica, mettendo a confronto la vecchia guardia dei supereroi e la nuova generazione che si sta facendo largo ormai da qualche tempo.

Secret Empire 7, anteprima 02

Se nel precedente numero Spencer denunciava una sensazione generalizzata di frustrazione per il fallimento del modus operandi della comunità supereroistica, in questo nuovo appuntamento mette in relazione il pragmatismo di chi ha tradito la fiducia della gente con gli ideali di chi ancora crede nel proprio compito.

Questi elementi antitetici trovano la giusta rappresentazione nel monologo di Carol Danvers al capezzale di una Avril Kinkaid (alias Quasar) in coma, così come nel dialogo tra Natasha Romanoff e Miles Morales e nell’esaltante duello tra Frank Castle e la stessa Vedova Nera. Ognuno di questi confronti è un frammento di uno schema più grande finalizzato a raggiungere l'apice emotivo nelle pagine conclusive, caratterizzate da una morte eccellente e da un’inattesa rinascita.

Il substrato ideologico, dunque, continua a essere forte e vivo anche in questo settimo capitolo della miniserie-evento, a dimostrazione della grande abilità di Spencer nel traslare le peculiarità del suo lavoro sulle serie dei due Capitan America in un progetto su vasta scala.

Va inoltre evidenziata l’ottima gestione che lo scrittore fa dei personaggi: gli interventi dei singoli sono mossi da motivazioni forti e condivisibili, mai banali; come la scelta di Frank Castle di seguire Rogers e, di conseguenza, l’Hydra, perfettamente coerente con quanto letto in passato sul Punitore. Non ci sono passaggi a vuoto o scelte campate in aria: tutto segue uno sviluppo ben preciso e convincente, capitolo dopo capitolo.

Secret Empire 7, copertina variant di Andrea Sorrentino

Giunti a questo punto della saga, le aspettative per il prosieguo sono davvero alte, a dispetto delle sorti dello scontro che restano incerte. Il merito è di una scrittura che bilancia sapientemente disperazione e speranza: quando tutto sembra ormai destinato a capitolare, ecco giungere il colpo di scena pronto a ridare un'opportunità ai ribelli.

La componente artistica è affidata nuovamente al trio composto da Andrea Sorrentino, Joshua Cassara e Rod Reis. A ognuno dei disegnatori è affidato uno specifico segmento: l'italiano caratterizza la parte più ampia dell'albo con il suo tratto oscuro (ma dalle tinte accese) in grado di esaltare le sequenze più drammatiche; Cassara porta in scena il sentito confronto tra Natasha e Miles, mentre a Reis spetta dare forma all’inferno in cui l'iterazione di Steve Rogers dall’animo gentile viene torturata dal Teschio Rosso. Nonostante gli approcci siano differenti, il risultato finale resta coerente e senza sbavature, anche se i picchi sono tutti di Sorrentino.

Spetta a un episodio dell'antologico Secret Empire: Brave New World #1 chiudere l’albo: la storia breve Mile Hydra, scritta da Jeremy Whitley e disegnata da Diego Olortegu, è incentrata sul nuovo Giant Man, al secolo Raz Malhotra, che, dopo essere stato iniziato alla vita da supereroe da Scott Lang sulle pagine di Ant-Man, fa ritorno dalla sua famiglia giusto in tempo per aiutarla ad affrontare uno squadrone di soldati dell’Hydra. Della serie scritta dallo stesso Spencer, Mile Hydra riprende il tono leggero e scanzonato, presentando la figura indomita del padre di Raz e della sua famiglia.

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