Season: A Letter to the Future, una dedica ai posteri | Recensione

Season: A Letter to the Future è un titolo che punta tutto sulle emozioni personali che si celano dentro ognuno di noi

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Titoli come Season: A Letter to the Future ci permettono di riflettere su quali sono gli obiettivi dei videogiochi. Alcune persone affermano che essi esistano in funzione del gameplay e della necessità di raccontare storie esclusivamente attraverso l’interazione con l’ambiente. Altri, invece, rifiutano questa definizione, ritenendo valido qualsiasi approccio al medium, anche se ci si avvicina volutamente al linguaggio cinematografico. La verità, per chi vi scrive, sta nel mezzo. Esistono diverse tipologie di approccio ai videogiochi, ma il loro obiettivo dovrebbe essere uno e uno soltanto: emozionare. Emozionare per permettere all’utenza di vivere una storia indimenticabile o di divertirsi genuinamente con il più semplice dei racconti. Non importa quale sia l’emozione che fluisce dal videogioco. Basta che ce ne sia una.

Qual è quindi l’obiettivo di Season: A Letter to the Future?

Dopo aver passato otto ore a vagare per la Tieng Valley ideata dai ragazzi di Scavengers Studio, possiamo affermare con certezza che non si tratti di un titolo narrativo o ludico. Season è un titolo emozionale, che trascina il giocatore in un mondo ricco di atmosfera, con un passato da rivelare e un futuro da scoprire. Per scoprire se questo approccio ci abbia colpiti o meno, vi basta continuare la lettura della recensione di questo interessante titolo, disponibile dal 31 gennaio su PlayStation 4, PlayStation 5 e PC.

Season: A Letter to the Future

L’IMPORTANZA DEL VIAGGIO

Season: A Letter to the Future ci mette nei panni di Estelle, una ragazza che parte per esplorare il mondo prima che esso cada vittima di una profezia. Una profezia che afferma come, ciclicamente, il pianeta vada incontro a degli incredibili cambiamenti, dimenticandosi di quanto avvenuto in passato. Estelle, per evitare che questo accada, decide di fotografare i luoghi più importanti e registrare i suoni che verranno dati in eredità ai posteri. Questo è solo l’inizio di un viaggio che porterà la nostra protagonista a esplorare la Tieng Valley, svelando misteri e complotti legati alle Stagioni e al loro influire sul mondo e sulle persone.

La trama dell’opera di Scavengers Studio non può certo definirsi complessa o ricca di colpi di scena. Allo stesso tempo, però, suscita nel giocatore due emozioni potentissime: la malinconia e la nostalgia. La malinconia è una sensazione che mescola la dolcezza con la tristezza, mentre la nostalgia trasmette del rimpianto per un luogo o per qualcuno che non c’è più. Il mix tra questi due sentimenti emerge dalle note musicali e dall’esplorazione del mondo di gioco ideato dal team canadese. Un mondo ormai morto, ma che desidera la vita più di qualsiasi altra cosa. Impossibile non rimanere ammaliati di fronte al mood che si respira in Season, a patto però di essere alla ricerca di determinate emozioni.

Non stiamo parlando, infatti, di un gioco spensierato o allegro, bensì di una riflessione sul mondo moderno e sul nostro futuro. Il tutto narrato dagli occhi di Estelle, ragazza decisa a vivere il presente per scoprire tutti i dettagli di un passato sin troppo misterioso. Se non cercate questo tipo di emozioni, Season: A Letter to the Future potrebbe sembrarvi un gioco lento, macchinoso e persino poco affascinante. Se, al contrario, decidete di abbracciare questi stati d’animo, difficilmente dimenticherete la vostra avventura nella Tieng Valley.

Season: A Letter to the Future

AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI

Il gameplay dell’opera di Scavengers Studio è interamente basato sull’esplorazione. Vagando per il mondo di gioco troverete luoghi da fotografare e suoni da registrare. Il tutto per poterli poi inserire all’interno del vostro taccuino da viaggio. Immaginatevi il diario di Life is Strange, ma con la possibilità di personalizzare foto e testi, in modo da tenere traccia del vostro viaggio dalla prima all’ultima pedalata della vostra fidata bicicletta. Proprio tramite la bicicletta, inoltre, passerete da una zona all’altra, scoprendo i segreti di un mondo per lo più abbandonato.

Il punto forte di Season è quello di dare vita a taccuini unici per ogni giocatore, che potrà quindi affermare di aver vissuto un viaggio estremamente personale. Un viaggio attraverso ambienti digitali, ma grazie a emozioni assolutamente reali. Come ormai avrete capito, stiamo parlando di un gioco dove il gameplay è del tutto funzionale alle emozioni suscitate nel videogiocatore. Non ci sono altri obiettivi, se non quello di coinvolgere e affascinare chiunque decida di esplorare la vallata  insieme a Estelle. Per fare ciò, i dev hanno ben pensato di utilizzare con cognizione di causa il DualSense di PlayStation 5, che utilizza sia lo speaker integrato, che i grilletti adattivi per date una corretta rappresentazione della fatica fatta dalla ragazza nel pedalare. Ogni movimento è supportato, infine, da uno splendido feedback aptico, che dimostra il potenziale del pad della recente piattaforma targata Sony.

Season: A Letter to the Future

UN QUADRO IN MOVIMENTO

Il cel shading realizzato dagli sviluppatori permette al titolo di ottenere un comparto grafico di qualità e, per la maggior parte del tempo, persino poetico. Vi capiterà senza dubbio di rimanere ammaliati dagli splendidi ambienti che vi si pareranno davanti, valorizzati da colori accesi e da design tanto bizzarri quanto affascinanti. Il tutto è poi accompagnato da una colonna sonora a pianoforte semplicemente sensazionale. Perfetta per rappresentare la malinconia e la nostalgia citate pochi paragrafi fa. Segnaliamo, però, l’assenza di una localizzazione in italiano. Nulla di particolarmente fastidioso, vista la semplicità della maggior parte dei testi. Non nascondiamo, però, che avremmo apprezzato molto  l’introduzione dei sottotitoli nella nostra lingua, in modo da consigliare questo titolo anche ai non anglofoni.

Season: A Letter to the Future non è un gioco per tutti. Coloro che decideranno di abbracciare il mood dell’opera targata Scavengers Studio, però, si troveranno tra le mani una piccola perla. Il viaggio di Estelle non è pensato, infatti, per coloro che cercano una narrazione di stampo classico o un gameplay assuefacente, ma per chi ha fame di nuove emozioni. Emozioni non necessariamente positive, ma che sanno dare forti scosse al cuore e che, per questo motivo, riescono a rimanere dentro di noi per lungo tempo. Noi siamo rimasti molto colpiti dal lavoro svolto dal team canadese e per questo motivo ci sentiamo di premiarne il risultato. Ricordatevi, però, che titoli come Season devono essere provati con mano, in modo da maturare una propria personale esperienza. Esperienza che, proprio in quanto estremamente personale, nessun articolo potrà mai descrivervi del tutto.

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