Scream 1x01 "Pilot": la recensione

Debutta Scream, la serie di Mtv basata sulla saga slasher di Wes Craven, ma il risultato è molto deludente

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Qual è il tuo film horror preferito? E il tuo slasher movie preferito? Il secondo rientra nella categoria del primo, è vero, ma se c'è una cosa che la serie di film Scream ci ha insegnato, è che ogni genere fa storia a sé, e che si muove all'interno di regole delineate dalla tradizione. Sono leggi non scritte ma che tutti conoscono, che possono essere imbrigliate, soffocate, con le quali si può giocare, ma che in conclusione finiscono sempre per venir fuori, per il semplice motivo che, nel momento in cui vengono tradite, la storia che stiamo osservando diventa qualcos'altro, e vanno inventate nuove categorie per definirla. Scream era horror, ma era anche un thriller (l'eterno dibattito tra la definizione di confini tra questi due generi), uno slasher e una parodia del genere che a sua volta sarebbe stata parodiata nel primo Scary Movie.

Col passare del tempo nella saga si è sempre calcato di più sull'elemento ironico e metacinematografico, fino ad arrivare ad un quarto capitolo ormai fuori tempo massimo, che soprattutto nel finale cercava di assestare un colpo alle certezze del genere – in un periodo in cui il revisionismo è d'obbligo – ma senza riuscirci più di tanto. Adesso arriva, su Mtv, la controparte televisiva di Scream. Completamente slegato dalla timeline della serie di film, pronto a mostrarci nuovi odiosi adolescenti che vengono massacrati con somma gioia da parte nostra. Ma uno slasher sul piccolo schermo, e con i tempi televisivi, non ha molto senso, come sottolinea ad un certo punto uno dei protagonisti. Abbiamo avuto l'eccezione di Harper's Island qualche anno fa, ma è stata un'esperienza isolata e difficilmente ripetibile, anche a causa delle regole proprie dello slasher che, per tornare al discorso iniziale, non lasciano molto spazio di manovra.

Scream, la serie, non fa eccezione. Anzi, sembra davvero che qualcuno abbia deciso a tavolino di ricalcare tutti gli stereotipi del genere. Ci sono gli adolescenti che rispettano puntualmente i canoni che spiegava così bene The Cabin in the Woods: la vergine (più o meno, ma come diceva Sigourney Weaver in quel film "We work with what we have"), il fidanzato spaccone e traditore, l'amico idiota, la ragazza facile, ecc... C'è la località di provincia con annesso lago della morte dove è stato ucciso un killer, c'è un segreto che torna dal passato per una colpa mai espiata, ci sono un padre e un figlio appena giunti in città che stringono un legame con una donna e sua figlia. Tutto questo e in aggiunta, dato che dobbiamo essere più moderni ma sempre "metatelevisivi", il discorso del web, con video caricati su Youtube che aumentano le visualizzazioni a vista d'occhio (suggestivo, ma completamente insensato). E naturalmente citazioni al panorama attuale dell'horror in tv, tra The Walking Dead, Hannibal e American Horror Story.

Dunque, da un lato si tratta di capire il senso di un'operazione del genere. Se un senso esiste. Perché è vero che, come la serie si premura di avvisarci, lo slasher in tv non è diffuso, ed è quasi una sfida cercare di realizzare un prodotto del genere, ma è anche vero che si tratta di un genere in declino anche al cinema. Lo stesso Scream originale, uscito circa venti anni fa, era riuscito per breve tempo a dare linfa vitale ad un filone che aveva dato il massimo nel decennio precedente, e che ormai non aveva molto da dire. Figuriamoci oggi. A questo punto avrebbe avuto più senso ragionare sull'horror moderno, magari – tanto per fare un esempio – sulla diffusione del found footage e sugli stereotipi di questo nuovo filone. Invece no, tutto è rivolto ad un passato che oggi non ha niente da dire, sul quale non vale nemmeno la pena di soffermarsi per farne una parodia, nel quale però a fatica si cerca di inserire un discorso sulla modernità (ma non basta citare Twitter e The Walking Dead per costruire un prodotto al passo coi tempi).

Sulla serie in sé e su questo primo episodio poco o nulla da dire. Manca un'idea definita di regia, scrittura o qualunque altra cosa capace di farsi notare. In più manca l'ironia, con toni e dialoghi che si avvicinano molto di più a quelli del teen-drama. La mancanza dell'iconica maschera della serie a questo punto appare come l'ultimo dei problemi.

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