Scott Pilgrim vs. the World - La recensione

Per conquistare la donna dei suoi sogni, Scott Pilgrim deve sconfiggere i suoi sette ex fidanzati. Un film da difendere con tutti i suoi difetti, che mostra bene tutti i dubbi e insicurezze dei giovani nerd...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Scott Pilgrim vs. the World
RegiaEdgar Wright
Cast
Michael Cera, Anna Kendrick, Brandon Routh, Mary Elizabeth Winstead, Jason Schwartzman, Kieran Culkin, Chris Evans
Uscita19-11-2010La scheda del film  

Il botteghino americano non è stato benevolo nei confronti di Scott Pilgrim vs The World. Bisognava interpretarlo come un brutto segno? Non necessariamente, visto che l'impressione è che non abbia trovato il largo pubblico a cui puntava e che probabilmente meritava.

In effetti, la pellicola generalmente funziona. Di più, offre alcune delle cose più originali e divertenti viste quest'anno. Fin dal modo di presentarci il logo della Universal, siamo proiettati in un mondo fumettistico e da videogioco, che risulta allo stesso tempo moderno e vintage in stile anni ottanta.

Questo non significa che Edgar Wright sia un banale regista videoclipparo. Basta vedere momenti come quelli nel deserto o un divertente gioco di sguardi per capire che c'è un regista con un'idea di cinema assolutamente interessante. Così come lo sono certi passaggi temporali, perfetti per far capire la confusione del personaggio, o alcuni sogni da film horror.

Cos'è allora che non ha funzionato? Molti se la sono presa con il protagonista Michael Cera e in effetti forse difetta in sottigliezza ed eccede in smorfie troppo superficiali. Ma il resto del cast funziona benissimo. La Winstead è deliziosa, tanto da dare maggior vita a un personaggio che non sembrava avere molte carte da giocarsi.

Uno spasso risultano invece Chris Evans e soprattutto Brandon Routh, che interpreta una rockstar vegana decisamente pomposa. Ma forse la prova da apprezzare maggiormente è quella di Anna Kendrick, che nonostante pochissime scene a sua disposizione dimostra ancora una volta la sua versatilità.

Alla fine, il problema è l'eccesso di situazioni e idee proposte. Sette ex da sconfiggere sono assolutamente troppi (anche con variazioni interessanti, come avviene nel quarto caso), non tanto per sfiducia verso il protagonista, ma perchè alla fine rischiano di annoiare lo spettatore. Forse sarebbe stato salutare diminuire i cattivi e magari anche il budget, che ha messo troppa pressione su un prodotto che avrebbe dovuto essere a basso costo.

E tutta la storia è troppo frammentata per appassionare completamente. Ovvio che l'idea era quella di renderlo un videogioco su più livelli, ma cosi a tratti si rischia di trascurare l'aspetto sentimentale e romantico della vicenda.

Insomma, una pellicola che mostra bene tutti i dubbi e insicurezze dei giovani nerd da una parte, ma che è anche autoindulgente come un adolescente. Una metafora perfetta? Comunque sia, un film da difendere con tutti i suoi difetti...
 

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