Scene da un matrimonio: la recensione

Jessica Chastain e Oscar Isaac sono i protagonisti della miniserie Scene da un matrimonio, remake del film di Ingmar Bergman

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Scene da un matrimonio: la recensione

La prima inquadratura di Scene da un matrimonio mostra qualcuno che si fa largo in uno spazio dove tutti indossano delle mascherine. Due minuti dopo, a quella stessa persona, per un'intervista, verrà chiesto di precisare i pronomi personali con i quali vuole essere chiamata. Questa è decisamente una storia ambientata oggi. Fin dai primi momenti, Scene da un matrimonio pone un filtro temporale evidente tra sé e l'illustre progetto di Bergman di cui è un remake. Eppure, come nell'originale, tutto è così emblematico e il dramma è così esistenziale che non dovremmo dubitare mai del fatto che questa storia potrebbe svolgersi in altre epoche. O in altri luoghi.

Oscar Isaac e Jessica Chastain interpretano Jonathan e Mira, coppia apparentemente felice che ha una figlia. Sotto la quiete di un matrimonio abitudinario e sereno, si agitano tuttavia delle incertezze e dei malumori. Diviso in cinque puntate narrate come atti, Scene da un matrimonio riprende la dimensione verbosa e teatrale del testo bergmaniano. Cambia alcuni dettagli nella trama, inverte le esperienze dei due personaggi, ma alla fine tutto è abbastanza familiare. La dimensione chiusa della casa come palcoscenico privato dove sussurrare o gridare ansie e paure. E dove un rapporto d'amore può trasformarsi in altro o tramontare.

Per chi desidera un riferimento più recente, basta cambiare poche lettere del titolo ed ecco che emerge il paragone con Storia di un matrimonio. Tuttavia qualche differenza c'è. Il film di Baumbach con Scarlett Johansson e Adam Driver intendeva la separazione come un'esplosione selvaggia e rabbiosa, una guerra senza esclusione di colpi. Scene da un matrimonio invece è una implosione soffocante, in cui i silenzi e i non detti hanno un peso equivalente alle parole. Colori caldi, una dimensione più intima, contatti più ravvicinati.

Tutto è elaborazione e analisi. E perfino un gesto di diniego o un tentativo di fuga improvviso sono ricondotti alla sfera del dialogo. In fondo il creatore del remake è l'autore televisivo Hagai Levi, che nel suo curriculum ha The Affair ma anche e soprattutto In Treatment.

Certo, tutto questo oggi è "televisivamente" meno impressionante di quanto potrebbe sembrare. Per esempio, la terza stagione di Master of None recentemente aveva impostato un simile discorso rigoroso sul rapporto di coppia: camera fissa, impostazione teatrale, grandissime interpretazioni. Idem per Persone normali, che aveva anch'esso narrato le fasi di un rapporto diluendole in un flusso temporale più esteso. Non che Oscar Isaac e Jessica Chastain non siano efficaci. In un primo momento doveva essere Michelle Williams la controparte femminile, e sicuramente sarebbe stata all'altezza. Ma la somiglianza tra Jessica Chastain e Liv Ullmann è sinceramente impressionante.

Quanto alla sincera immedesimazione dello spettatore con i temi e i dialoghi portati in scena (insoddisfazione personale, fine della passione), dipenderà dalla sensibilità del singolo spettatore. Ma rimane a volte l'impressione che la serie si perda nel proprio esercizio di stile, anche extrafilmico (vedere per capire). Scene da un matrimonio tuttavia alla fine riesce a portare a casa il difficile compito di misurarsi con un testo sacro, anche e soprattutto grazie a due interpretazioni molto intense.

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