Scary Allan Crow, la recensione
Abbiamo recensito per voi Scary Allan Crow, graphic novel di DJ Aladyn e Lorenzo Palloni
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
È passato esattamente un anno dall'uscita di Scary Allan Crow, presentato a Lucca Comics & Games 2017 da Edizioni Inkiostro. Eppure, a ragione, la casa editrice abruzzese continua a proporlo regolarmente al proprio stand, in ogni fiera a cui partecipa. Spiegarvi perché è molto semplice.
La storia prende in prestito dall'immaginario collettivo lo spaventapasseri, una delle figure più inquietanti, nata nella notte dei tempi con connotati positivi, come talismano contro gli spiriti maligni e quindi protettore delle messi.
Il fantoccio di stracci e paglia, posto dai contadini a difesa dei loro campi, è il protagonista di Scary Allan Crow, ma questo racconto, complesso e potente, chiama in causa il Maligno stesso e una pianta allucinogena dalle proprietà stupefacenti sovrannaturali. Forse è solo una stupida diceria, ma, come nella miglior tradizione horror, l'incubo nasce da un gioco, da una bravata.
L'opera di DJ Aladyn e Lorenzo Palloni disarma e conquista dalla prima pagina, senza mezze misure, senza convenevoli. Dopo, sarà solo un vortice di sangue, angoscia e devastazione, in cui si rimane inghiottiti fino alla fine. Il soggetto e la sua trasposizione in parole e immagini è una trappola di emozioni e di adrenalina imperdibile per ogni amante del brivido, prima che del Fumetto.
I bianchi e i neri, modulati dalle mezze tinte - The Walking Dead docet - sono gli strumenti ideali per immagazzinare la paura e poi esploderla in faccia al lettore. Palloni si ingegna e diverte a sconvolgerlo con vari espedienti, rimescolando vignette e inquadrature in tavole dagli schemi più disparati, tutte accomunate da un dinamismo e da un'espressività prepotenti.