Scandal 7×14 “The List”: la recensione

La nostra recensione del quattordicesimo episodio della settima ed ultima stagione di Scandal intitolato

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Spoiler Alert
Nell'era post evil-Olivia, l'episodio di questa settimana di Scandal, intitolato The List, torna ancora una volta ad avere il sapore di una vecchia puntata della serie, con un'Olivia che, privata dei suoi gladiatori abituali, ma con due nuovi alleati in Fitz e Marcus, si occupa del caso della scomparsa di una stagista, giunta a Washington con il desiderio di intraprendere una carriera politica, vedendo proprio in Olivia un modello ed un esempio da seguire, per finire poi suicida dopo essere stata sostanzialmente bandita dalla città, per non aver accettato di andare a letto con il suo capo al fine di favorire la sua stessa carriera.

Con una trama come questa è evidente lo sforzo degli autori di cavalcare l'onda dei movimenti #MeToo e #TimesUp, portando sullo schermo la storia, insieme triste e credibile, di una vittima che avrebbe potuto essere una futura Olivia Pope e che invece si è arresa di fronte ad un sistema misogino, che rifiuta di cambiare le sue abitudini e che tratta le donne come oggetti, costituendo addirittura una lista delle stagiste "assumibili" e giudicate in base alla loro disponibilità a condividere il letto dei propri superiori.
Sebbene la storyline sia di per sé interessante ed abbia delle scene particolarmente ben riuscite, come per esempio lo sfogo del padre della vittima che se la prende con Olivia rinfacciandole di fare lei stessa parte di un sistema che adesso finge di disprezzare, il grande problema della serie resta la mancanza di coerenza narrativa che abbiamo già riscontrato.
Indubbiamente vedere Olivia tornare alle sue origini dà una certa soddisfazione, immaginarla nel ruolo di Gladiatrice 2.0, con a fianco Fitz, Marcus ed Abby, ha il suo fascino, ma ciò nonostante non ci sfugge l'ironia di presentarla come modello a cui una giovane e brillante donna possa essersi ispirata, quando il personaggio ha commesso troppi imperdonabili errori per cavarsela così facilmente, soprattutto quando continua a mancarci un elemento fondamentale della sua redenzione.
Olivia è stata allontanata dalla Casa Bianca perché non aveva alternativa, ad un certo punto ha persino deciso di gettare consapevolmente le armi invece di opporsi al volere di Mellie, soprattutto quando aveva le carte per poterlo fare, ma chi ci dice che non sia stata solo una mossa per non perdere definitivamente tutto il prestigio che aveva faticosamente guadagnato?
Da come gli autori stanno scrivendo la protagonista, è evidente che il pensiero generale sia che Olivia si sia fermata in tempo e sia ora sulla strada del pentimento, ma cosa provi davvero, quali siano le profonde motivazioni che l'hanno portata a cambiare direzione, resta tutt'ora un mistero insoluto ed interrotto dalla messa in onda del crossover con How to get away with murder e da  quel salto temporale di fronte al quale ci siamo trovati con quell'episodio.
Narrativamente parlando, continuiamo a trovarla una scelta pigra e molto, troppo, comoda da parte degli autori: Scandal ci ha da sempre abituato agli eccessi, ma l'incoerenza, all'interno di una serie televisiva, resta per noi uno dei 7 peccati capitali.

Gli appassionati dello show, sicuramente sapranno che uno dei più discussi argomenti ispirati dalla serie è sempre stato lo squilibrio di potere tra Fitz ed Olivia ed il dubbio che l'ex Presidente abbia in qualche modo approfittato della sua posizione per fare di lei la sua amante. Sebbene gli autori abbiano palesemente rigettato ogni accusa, costruendo con il personaggio di Olivia l'immagine di una donna capace di prendere consapevolmente le proprie decisioni, senza farsi influenzare da nessuno, è comunque interessante che proprio in un episodio come questo l'argomento torni in auge e sia affrontato, in un raro momento di condivisione, proprio dai due protagonisti.

E, sempre sulla stessa onda del #MeToo e #TimesUp, assistiamo anche ad uno dei momenti più inspiegabile dell'episodio, nonché quello che abbiamo battezzato "il nonsense Jake/Mellie".
Il problema della scena tra i due non nasce ovviamente dal fatto che Jake possa trovare Mellie desiderabile, quanto dalla sensazione che il tutto avvenga in maniera del tutto casuale e gratuita e solo con lo scopo di dare un valore ed un peso ai movimenti di cui sopra, come se ci fosse veramente bisogno di inventare uno scenario così poco credibile per dimostrare la tendenza degli uomini a sessualizzare la maggior parte delle interazioni con una donna che trovino minimamente desiderabile, soprattutto in un contesto in cui la trama principale del caso seguito da Olivia stava servendo già a questo scopo ed in maniera decisamente più verosimile.

Lasciandoci alle spalle l'imbarazzante scena tra Mellie e Jake, passiamo invece alla parte dell'episodio meglio riuscita e cioè l'attuazione del piano del diabolico e camaleontico Cyrus che, con una mossa a sorpresa, riesce a incastrare Charlie facendolo arrestare come il responsabile del dirottamento aereo dell'Air Force Two e mettendo peraltro l'indagine nelle mani di un procuratore speciale suo complice, dopo che David Rosen si è ricusato in quanto vittima dello stesso evento criminoso.
La scelta di fare incolpare Charlie sembra avere, a nostro avviso, uno scopo ben più grande di quello di liberarsi semplicemente dalla minaccia della Quinn & Company, soprattutto quando il vero target di Cyrus sono Mellie e la presidenza, e cosa potrebbe "detronizzarla" se non l'apertura di un vaso di Pandora come la rivelazione dell'esistenza del B613, di cui non solo Charlie, Huck e Quinn hanno fatto parte, ma di cui soprattutto l'attuale Capo di Gabinetto della Casa Bianca tiene ancora le fila?

La settima ed ultima stagione di Scandal va in onda negli Stati Uniti ogni giovedì sulla ABC.

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