Scandal 7×10 “The People vs. Olivia Pope”: la recensione

La nostra recensione del decimo episodio della settima ed ultima stagione di Scandal intitolato The People vs. Olivia Pope

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Spoiler Alert
Gli autori di Scandal hanno un lavoro davvero invidiabile, dopo 5 (quasi 6) stagioni trascorse a costruire il mito di un personaggio, qualcuno ha dato loro luce verde per distruggere tutte le aspettative del pubblico e ribaltare completamente l'andamento dello show. Narrativamente parlando, questa è un'idea geniale, soprattutto quando si hanno a disposizione degli attori del calibro dei protagonisti di questa serie che - nonostante tutto - riescono a rendere credibile/accettabile tutto quello che sta accadendo loro in questa ultima stagione.

Ovviamente ci sarebbero delle regole da rispettare, ma il "power that be", le persone con in mano il potere decisionale, ha dato carta bianca agli autori, concedendo loro il permesso di ignorare qualsiasi dettame o senso logico e stravolgere tutto: in quest'ottica, quello che sta succedendo in Scandal è piuttosto unico, sicuramente inaspettato, ma anche inevitabilmente soggetto alle critiche.

Come accennavamo la scorsa settimana il nodo di Gordio di questa stagione non è la riabilitazione di Olivia Pope (per dovere di cronaca va riportato che Kerry Washington ha anche diretto The People vs. Olivia Pope), nessuno sano di mente la vorrebbe davvero salvare, quanto piuttosto arrivare in fondo alla corsa facendo più rumore possibile a prescindere che dalla trama, dai cliffhanger o dal carattere stesso dei personaggi, il che - lo ribadiamo - è comunque una strategia come un'altra: per la serie, se dobbiamo proprio chiudere i battenti, facciamolo con il botto e buona notte al secchio!

Quindi non esiste davvero una posizione giusta o sbagliata da prendere: sia che vi stiate divertendo come matti ad assistere a questa eruzione di eventi, sia che li riteniate privi di senso logico (e noi ammettiamo senza problemi di far parte di questo gruppo), nessuno potrà negare a Scandal di aver, quanto meno, tentato un approccio diverso dal solito. Ma a prescindere quindi da quale sia la vostra posizione, era evidente, in questo episodio in particolare, che Olivia non si sarebbe mai arresa, che il suo caparbio silenzio non le avrebbe fatto cedere le armi, come non lo hanno fatto gli amichevoli tentativi di approccio di Abby, il minaccioso elenco di capi d'accusa di David Rosen o le parole d'amore di Fitz.
Olivia Pope è talmente marcia ormai da aver perso qualsiasi contatto con la realtà, ma questo non vuol dire che sia una sciocca.
Alla fine dei conti tutto quello che le è bastato fare è stato versare qualche lacrima di coccodrillo e scrivere due parole contrite per far cadere nella sua trappola quei tonti dei suoi amici. Nemmeno il tentativo di manipolare Huck, il suo Huck, l'Huck che avrebbe ed ha smosso mari e monti per lei (probabilmente uno dei momenti più bassi della carriera di evil Oivia), è bastato a convincere questo variegato gruppo di interventisti che nulla avrebbe impedito al loro ex capo/amante di uscire dalla prigione costituita dalle mura del fantasma di un un sogno ormai morto e sepolto.
Ma la domanda più pressante quindi è: cosa avevano davvero in mano per incastrare Olivia?
Considerato che appena lasciato il Vermont le è bastato non tenere fede alla parola data per metterli sotto scacco, davvero gli ex Gladiatori non sono stati in grado di pensare ad un piano più efficace per fermarla? Seriamente hanno pensato di potersi rivolgere alla parte migliore di lei, dopo che Olivia ha già commesso un omicidio di Stato e assassinato (almeno per quanto tutti sappiano) la sua amica di sempre Quinn?

Ed a proposito di Quinn, ci sentiamo quasi in dovere di aprire una parentesi sull'adorabile scena tra lei e Rowan, mentre cantano assieme una hit di Britney Spears nel tentativo di calmare il pianto di Robin con tanto di balletto, mentre Charlie li guarda tra lo sconvolto ed il mortificato.
Sì, perché sempre ammesso che la notizia sia una sorpresa, non solo Quinn è ufficialmente viva e finalmente riunita a Charlie, anche solo per un breve momento, ma è anche decisa a distruggere olivia punendola pubblicamente e facendo in modo che venga fatta giustizia, quella vera però, non quella stile B613.

Indirettamente è per questo motivo che il modo in cui finisce la scena in cui Olivia ritorna con il suo passo felino alla Casa Bianca, calpestandone i corridoi con quella sua tipica sicurezza mista ad arroganza, ci dà tanta soddisfazione, perché Olivia si renderà conto che il suo meraviglioso piano, dopotutto, non era poi così meraviglioso e che come lei è sempre riuscita a manipolare Jake, anche il suo fedele servitore ha dopotutto una spina dorsale e sa come prendersi la sua rivincita.
Ciò che davvero ci dispiace è che ciò avvenga a discapito di Mellie.
Il neo eletto Presidente, scomparso ultimamente dai nostri radar, torna protagonista di questo episodio per venire manipolata nuovamente da Jake, mostrando quanto profetiche si siano  le parole di Cyrus che, molto acutamente, la accusa di aver paura di governare senza l'aiuto di Olivia. Sebbene Mellie neghi, il fatto che abbia bisogno di un Jake Ballard accanto e che lo nomini nuovo Capo dello Staff al posto di Olivia, è solo la conferma di quanto veritiere fossero le accuse del suo Vice. Mellie non ha il coraggio di stare da sola alla Casa Bianca, di prendere decisioni scomode, rischiose o impopolari e dopo essere stata usata da Olivia, sceglie di sostituirla con un uomo che le grida in faccia di non sapere come tenere chiuse le cosce. Non un grosso passo avanti, a pensarci bene.

Ecco, se dobbiamo fare una critica seria allo show, è che per essere una serie femminista non sembra fare esattamente un buon servizio ai suoi personaggi femminili di spicco, da Mellie ad Olivia, la morale della favola (sempre che una morale ci sia) appare essere che le donne, dopotutto, il potere non sanno davvero come gestirlo.

La settima ed ultima stagione di Scandal va in onda negli Stati Uniti ogni giovedì sulla ABC.

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