Scandal 7x07 "Something Borrowed": la recensione

La nostra recensione del settimo episodio della settima ed ultima stagione di Scandal intitolato Something Borrowed

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Spoiler Alert
La visione del finale di metà stagione di Scandal ci lascia con un grande, unico dubbio: perché insistere tanto su quell'orribile candela al profumo di pino che Fenton Glackland (Dean Norris) avrebbe regalato a Cyrus pretendendo che campeggiasse sulla sua scrivania e andando apparentemente contro tutte le regole anti incendio della Casa Bianca se quell'oggetto non fosse importante?
Considerato il tipo di serie alla quale ci troviamo davanti non ce ne vorrete se tali dubbi possano assalirci dopo un episodio del genere, soprattutto quando continuiamo ad essere piuttosto certi che dietro quel personaggio - che per altro non appare nemmeno in Something Borrowed - si nasconda qualcosa di esplosivo.

E proprio a proposito di questo episodio, ci sembra opportuno tirare le somme di questa prima parte dell'ultima stagione della serie, per la quale - ingenuamente lo ammettiamo - avevamo grandi speranze dopo la première di inizio ottobre, perché - sappiatelo - esistono anche show che degenerano in una spirale irrecuperabile.

Qualunque sia la prospettiva da cui si guardi alla trama lineare di questi primi sette episodi, non abbiamo grandi prospettive per il futuro ed i restanti episodi e crediamo sinceramente che l'unica redenzione per lo show sia quella di concludersi con una sorprendente e scenografica morte della sua protagonista. Olivia Pope si è trasformata in un mostro senza coscienza, poco importano i suoi attacchi di panico notturni, le mani che tremano o le vuote dichiarazioni in cui dice convinta di non voler sacrificare la sua amica Quinn. Che il personaggio abbia da tempo superato un confine dal quale non potrà mai tornare indietro è ormai chiaro a tutti, ma cosa succederebbe davvero se lo scopo di tutto questo fosse mostrarci la strada per la sua redenzione nella seconda parte della stagione?

Ammettiamo per un momento che Eli, Quinn (e forse anche Fitz) stiano cospirando per salvarla: dopo tutto quello che Olivia ha fatto, siamo davvero certi di volerla vedere imparare dai propri errori, che sono tra l'altro costati la vita a qualcuno, e vivere felice e contenta una vita lontana dalle luci della ribalta, abbracciata al suo Fitz nel freddo Vermont? O forse sarebbe giusto che qualcuno, in questa serie, pagasse pegno per le proprie azioni?
Eli/Rowan se ne va in giro libero di rapire donne incinte di nove mesi dopo aver trascorso una vita a manipolare il Presidente degli Stati Uniti e uccidere impunemente qualunque essere vivente gli respirasse accanto, Maya Lewis - l'amorevole madre di Olivia - è ancora viva e mangia e guarda la TV via cavo a spese della collettività dopo essersi macchiata di crimini orribili, Olivia stessa fa comunella con Mellie "contro tutti gli uomini" dopo aver appena commesso un delitto di stato, Jake Ballard è l'epitome stessa della peggior rappresentazione di un portaborse senza spina dorsale, con il bonus di essere anche un killer, per non parlare di Fiz, di cui la cosa migliore si può dire quest'anno è che non è pervenuto.
A salvarsi, in questa serie, finiscono di fatto per essere solo gli assassini di professione come Huck e Charlie che, almeno, mostrano di avere un minimo di coscienza, tra una tortura e l'altra certo, ma pur sempre una coscienza.
In Scandal accade tutto ed il contrario di tutto e nessuno ne paga mai il fio, persino la segretaria di Olivia, ora, grazie a Jake, è entrata in gioco con il rapimento di Curtis Pryce, giornalista ed ex amante di Olivia che aveva cominciato ad indagare sulla morte di Rashad facendo domande troppo scomode e giungendo a pericolose conclusioni.

Vogliamo anche che metabolizziate una cosa fondamentale, tra le molte che accadono in Something Borrowed, sta succedendo tutto per delle ossa di dinosauro. E ora provare a non ridere. Per davvero però!

Parliamo infine del cliffhanger: la morte apparente di Quinn, la proverbiale goccia che dovrebbe far traboccare il vaso, l'azione estrema dalla quale Olivia non potrà più tornare indietro, l'evento che segnerà la sua fine o la sua salvezza. E' improbabile che gli autori si siano davvero liberati così di una delle protagoniste della serie sin dal suo esordio e l'unica cosa che ci sorprenderebbe - per davvero questa volta - sarebbe che Eli davvero l'avesse uccisa, soprattutto dopo che Olivia si è rifiutata di entrare in quella stanza per vederne il corpo esanime, dietro invito del padre, tra l'altro, una decisione autoriale che leva grande forza all'essenza stessa del finale a sorpresa.

Nonostante tutto pensiamo valga la pena chiudere in bellezza e citare un momento in particolare, in un episodio a dir poco discutibile, che spicca per la sua bellezza. Ci riferiamo all'interpretazione di George Newbern del personaggio di Charlie: la scena in cui si fa trovare appoggiato alla porta di Olivia, gli occhi lucidi di pianto e stanchezza, per implorarla di non illuderlo "come quelle Pollyanna in ufficio" e dirle la verità sul destino di Quinn, che risulta quasi poetica, paragonata al tono generale della puntata o alla reazione stessa di Olivia, un'oasi necessaria in una stagione che purtroppo, con nostro grande dispiacere, vediamo scadere sempre più nel ridicolo.

La seconda parte dell'ultima stagione di Scandal andrà in onda negli Stati Uniti, dopo la pausa natalizia, a partire da giovedì 18 gennaio sulla ABC.

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