Scandal 7x02 "Pressing the Flesh": la recensione
La nostra recensione del secondo episodio della settima ed ultima stagione di Scandal intitolata Pressing the Flesh
Se ci avessero detto che ci saremmo trovati ad associare queste parole assieme nella recensione di una serie TV, probabilmente non gli avremmo creduto. C'è stato un tempo in cui provavamo nei confronti di Scandal un autentico sentimento di frustrazione, forse dovuto al fatto che la passata stagione si sia ostinata a prendersi così dannatamente sul serio, ma adesso le cose sono decisamente cambiate, forse anche per il fatto che gli autori hanno in un certo senso gettato la maschera ed hanno smesso di camminare in quel fastidioso limbo in cui Scandal si trovava fino allo scorso anno. Ma con soli 18 episodi (ormai 16) a disposizione, non c'è tempo da perdere con inconsistenti storyline e gli autori si sono ricordati anche che il pubblico, ogni tanto, ha bisogno di farsi due risate. Lo scambio tra Mellie ed Olivia o sarebbe meglio dire lo sfogo di Mellie, è stata così una delle scene più assurde eppure divertenti che questo show abbia mai prodotto: Mellie è un personaggio che ha passato mille peripezie, ma ha sempre mantenuto una certa ingenua purezza di fondo che non può che fare bene a Scandal, soprattutto quando la sua protagonista ha preso ormai la strada peggiore nella sua corsa verso il successo. Il modo serio e vagamente altezzoso con cui Olivia cerca di sminuire l'inappropriata proposta di Mellie di marinare la cena di gala per andare a caccia di drink e di uomini a Georgetown, viene completamente soppresso dall'assurdo sfogo del Presidente, che sulle labbra di Fitz sarebbe stato ridicolo, ma su quelle di Mellie è deliziosamente inopportuno e spassosissimo, tanto che persino la severissima Olivia finisce per non resistere all'ilarità.
E proprio a proposito della protagonista dello show: che genere di Presidente sarebbe stata Olivia Pope? Sinceramente? Pessima, come è pessima nel ruolo di consigliere di Mellie. Olivia è ormai talmente fagocitata dalla sua sete di potere, dalle apparenze che deve mantenere, da un tipo di politica costruita sugli inganni, le minacce e le menzogne, da aver completamente perso ogni logica. E soprattutto, se davvero si fermasse a riflettere, con che cosa si ritroverebbe davvero in mano? Probabilmente con un pugno di mosche. Dopotutto è Mellie ad essere diventata Presidente e anche se di fatto è Olivia ad esercitare il potere, la gloria andrà comunque a Mellie, mentre lei sarà sempre destinata a rimanere dietro le quinte e ad essere probabilmente ricordata come la manipolatrice che è. Olivia ha scelto consapevolmente di isolarsi dal mondo, di diventare la peggiore versione possibile di suo padre o di Jake, non è più a capo dei suoi Gladiatori contro il resto del mondo, non ha più un ideale ed anche al livello personale usa gli uomini come fossero oggetti intercambiabili a suo piacimento e badate bene, non è una critica maschilista ad uno show dichiaratamente femminista (come d'altronde tutte le serie di Shonda Rhimes sono), quanto piuttosto un rifiuto della rappresentazione del potere femminile nei termini e nei modi in cui viene ormai esercitato da Olivia Pope.
Ci piacerebbe che il fallimento del tentativo di manipolare il Presidente Rashad potesse in qualche modo servirle di lezione, ma dubitiamo che succeda, perché per un caso del tutto fortuito (grazie Huck!) Olivia è comunque riuscita a portare a casa la vittoria e non crediamo che si fermerà davvero a riflettere sui danni che avrebbe potuto provocare o su come il suo piano le si potesse ritorcere contro, soprattutto adesso che la sua mente sarà impegnata dal ritorno di Fitz del quale, onestamente, non avevamo poi sentito così tanto la mancanza. Non dubitiamo assolutamente che ci sia una grande fetta di pubblico che ancora spera e crede in un lieto fine per questi due personaggi, ma per come stanno ora le cose, ci sembra che i due vivano ormai su due galassie diverse che difficilmente riuscirebbero ad incrociarsi e tanto meno a convivere. Quando poi ci si ritrova a pensare che l'improbabile coppia Quinn/Charlie o Abby e David siano più credibili insieme dell'epico amore intorno al quali i due protagonisti dello show stanno girando attorno da sette anni, ci si rende conto che forse gli autori hanno commesso qualche errore di troppo. Il centro vero della questione è che non crediamo affatto che Olivia, o quanto meno non l'Olivia che vediamo adesso, meriti alcun che, se non una severa punizione per la sua arroganza.
Tralasciando per un momento la protagonista, la vera perla dell'episodio è stato il debutto di Dean Norris in un inusuale ruolo in cui non lo avremmo mai immaginato: un ricchissimo uomo di mezza età, gay, che vuole da Cyrus una cosa molto precisa, la chiave del regno, il segreto del successo. Dopo aver sostanzialmente avuto tutto dalla vita, il personaggio di Norris, un arrogante e anche piuttosto ignorante conservatore di mezza età che pensa tutto gli sia dovuto, vorrebbe diventare Governatore e, perché no, magari anche il prossimo Presidente. E che cosa fa il principe dei manipolatori? Improvvisamente Cyrus sviluppa una coscienza e gli vomita addosso tutta la sua frustrazione, prendendosela con il povero malcapitato per aver anche solo osato macchiare con la sua ignoranza la sacralità dell'ufficio presidenziale. Invece di rispondere a tono l'uomo finisce per andarsene con la coda tra le gambe e con l'atteggiamento di un cucciolo ferito che fa comprendere a Cyrus di aver probabilmente calcato troppo la mano. Nonostante il burrascoso incontro, è evidente che si respira aria di romanzo tra i due, il che potrebbe essere divertente se il nuovo venuto non si trasformerà nell'ennesimo mostro ma manterrà delle parvenze umane.
La settima ed ultima stagione di Scandal va in onda ogni giovedì negli Stati Uniti sulla ABC.