Scandal 6x14 "Head Games": la recensione

La nostra recensione del quattordicesimo episodio della sesta stagione di Scandal intitolato Head Games

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Spoiler Alert
Per quanto non scioccante sia la scoperta che Paeus e Samantha non stessero lavorando da soli, il ritorno di mamma Pope come colei che tirava i fili della grande cospirazione ai danni del Governo, è un bel tocco da parte degli autori. Certo - con dei genitori così - c'è da chiedersi quante speranze Olivia Pope abbia mai avuto di essere una persona normale, il che ci fa vedere tutti gli eventi di questa ultima stagione, se non dell'intera serie, in prospettiva, oltre a farci essere più solidali con la protagonista, ma il punto è che nonostante tutti sembrino festeggiare la vittoria, il pericolo è ben lontano dall'essere scongiurato.

Il che ci fa porre anche la legittima domanda sul perché, proprio ad inizio episodio, durante la conferenza stampa indetta alla casa bianca i giornalisti sembrino tutti così tranquilli e sereni e tutti i presenti si accontentino delle vaghe e scarne risposte di Marcus, senza chiedere conto delle vittime causate dall'attacco terroristico in cui due droni sono saltati in aria uccidendo diversi cittadini americani. E visto che affrontiamo l'argomento: perché nessuno chiede spiegazioni circa l'omicidio di Vargas? Per quanto noi del pubblico di Scandal siamo a conoscenza della verità, lo stesso non può essere detto dei cittadini americani che per l'ennesima volta sono stati privati del loro diritto di scegliere il proprio leader. Ciò nonostante i protagonisti della serie sembrano preoccuparsi di tutto tranne che di dovere qualche spiegazione agli elettori, ma - come ci è capitato di ribadire più volte - notare questo genere di incongruenze narrative non porta molto lontano con questa serie.

Considerato il rinnovo di Scandal per la prossima stagione ed il fatto che chiaramente Olivia fungerà da braccio destro di Mellie, era chiaro che qualcuno avrebbe dovuto prendere il suo posto a capo dei gladiatori e chi meglio di Quinn poteva ricoprire il ruolo? Come se tutti gli anni di fedele servizio non fossero bastati a chiarirle le idee, Olivia decide di mettere alla prova la sua impiegata e vedere se davvero merita di prendere il suo posto. Ogni presidente uscente può concedere il perdono presidenziale ad un condannato ed Olivia, su incarico di Fitz, chiede ai gladiatori di selezionarne uno tra un gruppo e scegliere la persona che meglio possa rappresentare il suo lascito come Presidente. Dopo un'accurata indagine con a fianco il suo futuro marito Charlie e Huck, che tra l'altro è stato designato per farle da damigella d'onore al matrimonio, Quinn selezionerà un uomo di colore, condannato per aver linciato un bianco. Nonostante i tre non abbiano in mano prove concrete che dimostrino indiscutibilmente l'innocenza dell'uomo, ottengono comunque un'indiretta confessione del vero colpevole e con quella sperano di poter convincere Fitz a firmare il perdono presidenziale. Quando però Quinn rivela ad Olivia la verità, lei non si limita a dimostrarsi solo poco interessata, ma finirà per prendersela apertamente con Quinn per non aver assolto il suo compito e non averle portato un caso che potesse elevare politicamente Fitz. Quinn non prenderà affatto bene il severo rimprovero di Olivia e dopo averla accusata di essere interessata solo alla sua nuova posizione all'interno della Casa Bianca e di aver dimenticato la sua originaria missione di Gladiatrice, si recherà senza preavviso da Fitz convincendolo che anche senza tutte le prove richieste, il caso merita il suo intervento. E' a questo punto che Olivia - con grande sorpresa di Quinn -le dirà la verità e le lascerà in eredità il suo ufficio ed il suo posto al comando dei Gladiatori.

Permettertici a questo punto una piccola digressione per parlare del senso di questa serie: la creatrice di Scandal, Shonda Rhimes, non ha mai nascosto il suo desiderio di voler creare personaggi femminili forti ed emancipati, in grado di fare quanto, se non meglio degli uomini, ci domandiamo però se Olivia Pope sia davvero questo genere di persona. Pur rendendoci conto che Scandal non ha le carte in regola per essere considerato uno show realistico, il messaggio che lancia resta comunque importante: nonostante il desiderio di Olivia di arrivare alla Casa Bianca (e non come First Lady) sia più che legittimo, abbiamo qualche dubbio che tra furti di elezioni, insabbiamenti ed omicidi la protagonista di questa serie debba essere presa come esempio di fulgida rappresentante della superiorità del sesso femminile sopra a quello maschile. Sebbene non sia arrivata agli estremi di Quinn o di Huck, Olivia Pope è una corrotta, né più né meno delle persone che la circondano. Anche se il messaggio della presidenza di Mellie, della vice presidenza della signora Vargas e della posizione di Olivia è senza dubbio quello che è finalmente arrivato il momento di fare spazio alle donne, bisognerebbe forse fermarsi a riflettere su come queste donne si siano guadagnate il loro posto di comando. Se la morale della storia non è quella che le donne di potere non sono meno corrotte degli uomini, che senso ha creare personaggi femminili così forti e soprattutto volerne fare un esempio?

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