Scandal 6x11 "Trojan Horse": la recensione

La nostra recensione dell'undicesimo episodio della sesta stagione di Scandal intitolato Trojan Horse

Condividi
Spoiler Alert
Dopo il centesimo episodio della scorsa settimana, Scandal torna rispondendo finalmente alla domanda che in molti attendevano: chi è il prossimo Presidente degli Stati Uniti d'America dopo l'assassinio di Vargas (Ricardo Chavira)? Incredibilmente però in Trojan Horse, altro ottimo episodio di una stagione che ha avuto diverse battute d'arresto, il pubblico finirà per scoprire che l'attesa risposta a questo pressante quesito non era poi così importante, perché più che il "chi", a contare sarà il "come" Mellie Grant (Bellamy Young) verrà nominata.

Come era stato concordato nelle puntate precedenti Fitz decide di annunciare il proscioglimento di Cyrus (Jeff Perry) da ogni accusa e di farlo scarcerare immediatamente, mettendolo in questo modo in prima fila nella linea di successione presidenziale, ma quando Olivia Pope andrà a parlare con Mellie della sua rinuncia alla candidatura in favore di Cyrus, le cose non andranno esattamente come le aveva preventivate. Mellie infatti non si dimostrerà affatto disposta e rinunciare alla presidenza, soprattutto quando si trova a così breve distanza da un sogno che ha cercato di realizzare per tutta la vita, ragione per cui finirà per andare contro il piano così astutamente congegnato dalla responsabile della sua campagna elettorale, finendo per rivolgersi all'opportunista e calcolatrice Elizabeth North (Portia de Rossi). La consulente politica - non casualmente - finirà infatti per bussare alla porta di Mellie proprio quando l'ex First Lady era pronta a cedere il passo a Cyrus, convincendola a non farlo e finendo per far cadere se stessa e Mellie in una trappola mortale (letteralmente!).

Nel frattempo Cyrus, appena uscito di prigione, sembra essere l'ombra dell'uomo che è sempre stato, rifiuta di uscire dalla sua stanza d'hotel e sbatte la porta in faccia ad Olivia che si presenterà da lui cercando di farlo reagire. La reazione di Cyrus dà anche una certa soddisfazione, l'ultima volta che i due si erano visti infatti, il Vice presidente eletto aveva pregato Olivia di aiutarlo e soprattutto di credere alla sua innocenza, ma lei si era rifiutata di farlo promettendogli che quella sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbero parlati. Il senso di colpa, più che il legame di amicizia che c'era tra i due personaggi, sembra ora portare Olivia al cospetto di Cyrus ed è quindi più che comprensibile che lui rifiuti ogni contatto. Nonostante Olivia lo avesse creduto veramente colpevole, la chiusura che aveva dimostrato verso Cyrus, soprattutto quando lei stessa si è macchiata di crimini non meno odiosi, era sembrata decisamente ipocrita ed il fatto che ora il suo ex amico non voglia saperne di lei è, in un certo senso, la perfetta quadratura del cerchio. Rendendosi conto che nemmeno i suoi tanto decantati discorsi motivazionali possono aiutare Cyrus ad uscire dalla crisi che lo ha colpito, Olivia finirà per chiedere l'intervento di Fitz affinché la aiuti. Con un discorso decisamente sentito, un commosso Cyrus si presenterà così di fronte alle telecamere per accettare l'eredità di Vargas mentre Mellie comincerà a rendersi conto dello scotto da pagare per aver stretto alleanza con Elizabeth. Rientrata infatti nel suo ufficio, verrà accolta dalla sua nuova portavoce e da Peus (David Warshofsky) e Rueland (Zoe Perry) che le "spiegheranno" le nuove regole da seguire: presto, grazie al loro corrotto intervento, Mellie diventerà infatti Presidente, ma dal momento in cui entrerà nello Studio Ovale, sarà di fatto alle loro dipendenze e per sottolineare quanto importante sia per lei prendere seriamente le loro minacce, la Rueland colpirà brutalmente a morte Elizabeth proprio davanti ai suoi occhi con una mazza da golf, minacciando infine di uccidere anche i suoi figli se chiamerà le autorità. Una Mellie completamente ricoperta di sangue, con il corpo straziato di Elizabeth sul tappeto del proprio ufficio, chiamerà così terrorizzata l'unica persona cui sa di potersi rivolgere: Olivia.

"Mellie: Ha detto che sarò il nuovo Presidente degli Stati Uniti, proprio come abbiamo sempre sognato, solo che adesso è un incubo."

Rendendosi conto del potere immenso dei suoi nemici Olivia decide di sacrificare se stessa per il bene di tutti. Dopo aver saputo da Fitz che la sua nuova compagna, nonché capo dell'FBI, ha deciso di emanare un mandato di arresto nei suoi confronti per i suoi legami con il caso della morte di Vargas, Olivia capisce che il suo arresto sarebbe un ottimo modo per sconfiggere l'organizzazione segreta che sta minacciando le vite di tutti i suoi amici: essere sospettata di aver ucciso il neo presidente eletto, in quanto capo della campagna elettorale di Mellie, la renderebbe infatti ineleggibile, non fosse altro anche per l'ombra del sospetto che anche lei possa essere coinvolta nel caso, salvandola così dalle minacce ricevute e soprattutto evitando a suo padre (Joe Morton) - il vero esecutore del delitto - una certa condanna. L'unico problema è che Olivia non fa i conti con Fitz, il quale rifiuta categoricamente di sacrificarla per suo padre e, a sua insaputa, fa arrestare papà Pope e soprattutto vieta apertamente alla sua (ormai ex) compagna di toccare Olivia la quale - venuta a sapere dell'arresto del padre - si precipita da Fitz chiedendogli spiegazioni. Lo sguardo che lui le rivolge è sufficiente a farle capire quanto forti siano ancora i sentimenti che prova ancora per lei e, a discapito della sua rabbia, i due finiscono per andare a letto insieme mentre si promettono di dare battaglia ai loro nuovi comuni e terribili nemici e Mellie viene, come previsto, eletta nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America.

[embed]]

Continua a leggere su BadTaste