Scandal 6×06 "Extinction": la recensione
La nostra recensione del sesto episodio della sesta stagione di Scandal intitolato Extinction
Che siate o meno amanti della coppia Olivia/Fits, bisogna riconoscere che per cinque anni gli autori non hanno fatto che parlarci di questo epico e combattuto amore per farlo poi completamente sparire in questa stagione che sta diventando sempre più contorta ed insieme prevedibile, proprio come nel caso di Extinction in cui ci viene finalmente rivelato il nome dell'assassino di Vargas che altri non è che il manipolatore per eccezione, nonché mente dietro la quale si è sempre nascosto ogni scandalo di questa serie: Eli Pope (detto Rowan), il padre di Olivia.
Possiamo dire quindi che la rivelazione ci abbia colti di sorpresa? Non esattamente.
Tutte queste puntate a montare un'incredibile tensione per poi scoprire che l'assassino era il personaggio più prevedibile sono forse un eccessivo spreco di pellicola, ma si sa, siccome bisogna sempre cercare di sorprendere in qualche modo gli spettatori, assieme all'ovvia rivelazione, scopriamo ciò che scontato non era e cioè le sue motivazioni. Rowan era davvero deciso questa volta a cercare di vivere una vita normale, per quanto normale possa essere l'esistenza di una persona che ha comandato per anni un'agenzia segreta che coltivava assassini come piante, il problema è che si è innamorato di un'ex compagna di studi diventata professoressa di paleontologa, illudendosi di poter costruire un futuro normale con lei. La dolce Sandra però, che ricambia i sentimenti di papà Pope, non sa in che guaio si è cacciata fino a che una nuova società segreta - che non è il B613 - comandata dalla stessa donna comparsa per la prima volta nell'episodio della scorsa settimana, non la rapisce per costringere Eli a lavorare per lei sotto la minaccia di uccidere la sua nuova compagna, considerata un pericoloso punto debole per Rowan. E ovviamente, cosa viene chiesto ad un uomo dalle incredibili capacità come lui? Certo non qualcosa di semplice, perché la "donna in rosso" (la chiameremo così fino a quando non ci sarà dato di conoscerne il nome) vuole Mellie alla Casa Bianca il che significa, di nuovo, truccare le elezioni.
Eli riesce quasi nell'impresa facendo in modo che le macchine per il voto in una specifica contea vengano manomesse, usando sostanzialmente lo stesso trucco che era già stato usato per far vincere due mandati prima Fitz. Il problema però è che la figlia se ne accorge e ricordandosi improvvisamente di avere una coscienza, bacchetta il padre per le sue azioni immorali e gli annuncia di aver risolto il problema e di aver fatto in modo di impedirgli di riprovarci. Sarebbe stato interessante vedere Eli chiedere ad Olivia per quale motivo la sua coscienza ed il suo desiderio di arrivare alla Casa Bianca giocando pulito siano così importanti per lei, dato che pochi anni prima non si è creata lo stesso problema quando si è trattato di far vincere il suo amante, ma gli autori - forse prudentemente - hanno deciso di non sottolineare queste contraddizioni caratteriali del personaggio. Tornando quindi a Rowan, il fatto che ora l'elezione non sia più pilotabile come aveva previsto e che Vargas la vinca, lo mette ulteriormente alle strette, perché la "donna in rosso" non solo gli chiede a questo punto di uccidere Vargas, ma anche di fare in modo che ad essere incolpato del suo assassinio siaCyrus Beene. Sorvoleremo su come, a questo punto, Eli riesca ad intrufolarsi inosservato sotto il palco da cui il Presidente eletto sta facendo il suo discorso post-vittoria e riesca a sparagli indisturbato e abbia usato Jennifer Fields per fare quella famigerata telefonata che indicherà Cyrus come il mandante dell'omicidio e passeremo direttamente agli eventi che seguono l'uccisione del Presidente eletto.
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