Santa Clarita Diet (terza stagione): la recensione
Santa Clarita Diet si conferma una comedy molto riuscita anche alla sua terza stagione, da poco disponibile su Netflix
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Da consumare rapidamente perché quasi nessuna comedy ha un intreccio serrato, ma scorrevole, come questa. Anche quest'anno ci sono dieci episodi che si ammucchiano l'uno sull'altro nel ricostruire i tentativi maldestri dei coniugi Hammond di uccidere persone cattive senza farsi scoprire. Lo scopo rimane sempre quello. Sheila è la non-morta di famiglia, che da un lato deve cercare di scoprire cosa le accaduto per ritrovarsi in questa nuova situazione, e dall'altro deve continuamente trovare carne fresca per nutrirsi. Joel le dà una mano come può, e così la loro scaltra figlia Abby in compagnia del suo amico Eric.
Non c'è un attimo di respiro in Santa Clarita Diet, praticamente nessuna parentesi episodica che basti a se stessa. Tutto fa parte della grande esperienza stagionale, che mai come quest'anno porta avanti varie storyline che poi si ritroveranno in modo soddisfacente nel finale. Drew Barrymore e Timothy Olyphant sono adorabili, e la serie riesce sempre a mantenere il giusto tono di leggerezza in ogni situazione. Ne è un caso il ritorno di Gary, ormai ridotto ad una testa putrefatta, prima interpretata da Nathan Fillion, ora doppiata da Alan Tudyk. La storia non offre grandi sorprese o grandi evoluzioni, ma funziona sempre la formula di questo matrimonio fatto di amore sincero, ma messo a dura prova da circostanze assurde.