Santa Clarita Diet (terza stagione): la recensione

Santa Clarita Diet si conferma una comedy molto riuscita anche alla sua terza stagione, da poco disponibile su Netflix

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Alla terza stagione, Santa Clarita Diet è una certezza. Non sarà la comedy più sottile o educata là fuori, ma poche cose sono più divertenti delle facce di Drew Barrymore e Timothy Olyphant quando stanno per essere scoperti o quando riescono in qualche modo a sfangarla per l'ennesima volta. La serie di Netflix rimane un prodotto da consumare velocemente – e magari lontano dai pasti, se la vista del sangue vi dà fastidio – ma irresistibile nella sua stramberia.

Da consumare rapidamente perché quasi nessuna comedy ha un intreccio serrato, ma scorrevole, come questa. Anche quest'anno ci sono dieci episodi che si ammucchiano l'uno sull'altro nel ricostruire i tentativi maldestri dei coniugi Hammond di uccidere persone cattive senza farsi scoprire. Lo scopo rimane sempre quello. Sheila è la non-morta di famiglia, che da un lato deve cercare di scoprire cosa le accaduto per ritrovarsi in questa nuova situazione, e dall'altro deve continuamente trovare carne fresca per nutrirsi. Joel le dà una mano come può, e così la loro scaltra figlia Abby in compagnia del suo amico Eric.

Si riprende dal cliffhanger della seconda stagione, che ha visto l'agente Anne scoprire il segreto di Sheila. La donna tuttavia interpreta il fatto come un segno divino, e decide di mettersi dalla parte della coppia. I problemi tuttavia non sono affatto risolti. All'orizzonte appaiono dei cacciatori provenienti dall'Europa dell'est, determinati a mettere le mani sui non-morti per motivi che scopriremo. E poi ci sono cacciatori solitari, vecchine maleducate, conoscenti impiccioni, colleghi odiosi, indagini dell'FBI e addirittura l'ordine dei Cavalieri di Serbia, che ha come missione secolare quella della distruzione delle creature immortali.

Non c'è un attimo di respiro in Santa Clarita Diet, praticamente nessuna parentesi episodica che basti a se stessa. Tutto fa parte della grande esperienza stagionale, che mai come quest'anno porta avanti varie storyline che poi si ritroveranno in modo soddisfacente nel finale. Drew Barrymore e Timothy Olyphant sono adorabili, e la serie riesce sempre a mantenere il giusto tono di leggerezza in ogni situazione. Ne è un caso il ritorno di Gary, ormai ridotto ad una testa putrefatta, prima interpretata da Nathan Fillion, ora doppiata da Alan Tudyk. La storia non offre grandi sorprese o grandi evoluzioni, ma funziona sempre la formula di questo matrimonio fatto di amore sincero, ma messo a dura prova da circostanze assurde.

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