Sandokan vol. 2: I misteri della giungla nera e altre storie, la recensione

Abbiamo recensito per voi il secondo volume della trilogia dedicata da Star Comics a Sandokan

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Dopo Le tigri di Mompracem e altre storie, l’iniziativa editoriale di Star Comics dedicata al personaggio creato da Emilio Salgari prosegue. Oltre alla splendida copertina di Pasquale Frisenda (che richiama gli stilemi e i colori delicati delle illustrazioni che campeggiavano all'inizio del secolo scorso sui romanzi dell'autore) e agli approfondimenti di Claudio Gallo e Giuseppe Bonomi, il cartonato contiene due storie brevi in appendice, lasciate alla creatività degli autori coinvolti, liberi di reinventare e ampliare l’immenso immaginario salgariano.

Ne La stesa del pirata, Gero Giglio, con il supporto delle matite di Alessia De Vincenzi, disegnatrice dal segno ricco e particolarmente realistico, dà vita a un estroso divertissement in otto pagine imperniato sulle suggestive carte dei tarocchi.

In Kirby, Davide Barzi in coppia con Valentina Pinti, giovane talento dalle notevoli capacità espressive, compone un breve racconto assai pregevole, sia dal punto di vista dell’azione che dell’intensità emotiva, che evolve in una riflessione drammatica sugli effetti del colera, la forza dell’amore e il fardello di un doloroso passato.

Il piatto forte del volume è l’adattamento a fumetti del secondo libro del cosiddetto ciclo indo-malese - o ciclo dei Pirati della Malesia - opera che andò alle stampe nel 1887, sul quotidiano Il Telegrafo di Livorno, con l'intestazione Gli strangolatori del Gange; tra l'agosto del 1893 e il novembre del 1894 venne ripubblicata come Gli amori di un selvaggio, sul giornale La Provincia di Vicenza, e, infine, approdò nel 1895 in libreria con il titolo attuale.

Dall'isola di Mompracem l'ambientazione si sposta sulle coste dell'India, all'estremo est del sub-continente, ai confini con il Bangladesh. Siamo nelle oscure e micidiali Sundarbans, la più grande foresta di mangrovie del mondo, a ridosso dell'immenso delta formato dai fiumi Gange, Brahmaputra e Meghna: l'habitat preferito da alcuni degli animali più feroci, come la tigre del Bengala, i coccodrilli e svariati rettili velenosi.

Tuttavia, un nemico ancora più subdolo e pericoloso si nasconde in questo impenetrabile labirinto vivente: sono i Thug, una setta sanguinaria di seguaci della spaventosa dea Kali, esperti assassini in grado di uccidere con un semplice filo di seta. La giovane e bella Ada Corishant, figlia di un ufficiale inglese, è nelle loro mani, destinata a diventarne una vittima sacrificale; solo un uomo può liberarla, e non si tratta di Sandokan; I misteri della giungla nera è l'unico dei romanzi della saga salgariana in cui il pirata non appare. Il protagonista, in questo caso, è il coraggioso bengalese Tremal-Naik, che ha al suo fianco il fedele maharatto Kammamuri; una presenza fissa nei libri successivi del ciclo, anche se al secondo verrà dato un peso nettamente superiore.

Una delle motivazioni legate a questa scelta dello scrittore veronese si potrebbe spiegare con il fatto che Tremal-Naik, il Cacciatore di Serpenti accompagnato dall'amata tigre ammaestrata Darma, è una figura di tale spessore che avrebbe rischiato di oscurare quella del signore di Mompracem, in quanto ne rappresenta quasi un prototipo più selvaggio e primordiale. Anche il rapporto che lo lega ad Ada rimanda per molti versi a quello tra Sandokan e Lady Marianna. Nonostante ciò, non possiede quelle doti richieste a un leader che deve guidare il popolo contro l'invasore britannico, come farà la Tigre della Malesia.

Tremal-Naik è sostanzialmente un eroe solitario e indecifrabile; nel pantheon supereroistico Marvel sarebbe un Daredevil, o meglio ancora un Silver Surfer. Forse, inconsciamente, Luca Blengino si è ispirato proprio all'ex araldo di Galactus per definire il suo aspetto: calvo, dallo sguardo fiero, penetrante e dal fisico possente; una rielaborazione del personaggio estrema ma molto accattivante e moderna, così come quella del capo dei Thug, il malvagio Suyodhana.

Lo sceneggiatore nativo di Cuneo, grazie all'eccellente contributo grafico di Francesca Follini, dà forma a una nuova, avvincente interpretazione di questo capolavoro della Letteratura per ragazzi; la sua rispettosa e al contempo innovativa trasposizione della trama originale è un fumetto coinvolgente e dal taglio cinematografico, una prova davvero convincente in termini di efficacia e di qualità.

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