Salt - La recensione

Un'agente della CIA è sospettata di tradimento e deve fare di tutto per dimostrare la sua innocenza. La pellicola con Angelina Jolie alterna cose intelligenti e assurde...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Salt
RegiaPhillip Noyce
Cast
Angelina Jolie, Liev Schreiber, Chiwetel Ejiofor, Gaius Charles, Yara Shahidi
Uscita29-10-2010La scheda del film

Se si dovessero dare i voti divisi tra un tempo e l'altro, Salt presenterebbe un giudizio nettamente contrapposto.

L'inizio è notevole. Vediamo la Jolie impegnata in una scena impressionante, in cui il lavoro di Noyce si fa apprezzare per la gestione sottile di un momento delicatissimo. Subito dopo, un'ottima prova dell'attrice in quella che è forse la sequenza più difficile per lei.

E arriviamo a un confronto con un prigioniero che suscita in noi un'enorme curiosità, mentre i flashback vengono utilizzati in maniera intelligente. Tra riferimenti all'attualità molto convincenti (soprattutto il discorso delle spie bruciate) e un clima che sembra uscito da The Manchurian Candidate, inizio a essere sorpreso. Infatti, ho l'impressione di stare assistendo a un film per adulti, in cui viene rispettata l'intelligenza dello spettatore.

Purtroppo, non si può dire lo stesso della seconda parte. Chiaramente, i realizzatori (o più probabilmente i produttori) decidono che bisogna spostare il bersaglio dagli adulti ai giovanissimi e allora quale metodo 'migliore' di dar vita a una serie di scene d'azione eccessive e fracassone?

Si ha l'impressione di essere finiti nel quarto episodio di Die Hard, ma se in quella serie le assurdità fanno parte del gioco, qui risultano terribilmente stonate, perché non sembra proprio esserci necessità di tutto questo movimento fracassone.

Comunque, il vero problema è la sceneggiatura, che sembra l'equivalente della barzelletta su quanti carabinieri servono per avvitare una lampadina. I protagonisti fanno cose insensate e quando si dipana la matassa, si capisce che poco di quello che abbiamo visto è ragionevole e coerente. In particolare, le azioni del mastermind russo sono quanto mai folli, ma anche la nostra protagonista-eroina ci regala la sua bella dose di stupidaggini, a cominciare dall'indossare un vestito ultra-appariscente-mezzo-kitsch quando dovrebbe nascondersi a tutti i costi.

Certo, c'è sempre da lodare il coraggio nel far vedere le conseguenze della violenza (molto semplicemente, il sangue) e nel tirar fuori comunque un personaggio molto complesso, anche nelle motivazioni. Ma forse, se non si fosse cercato di far diventare il film una sorta di The Bourne Ultimatum in gonnella, i risultati avrebbero potuto essere molto più soddisfacenti...

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