Saint Young Man 1, la recensione
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Immaginatevi Gesù Cristo e Gautama Buddha a condividere un appartamento a Tokyo come una qualunque coppia di amici o coinquilini. Questo è in estrema sintesi la trama ma i suoi due speciali protagonisti non sono scesi dalle sommità del cielo per compiere miracoli o missioni speciali, solo per godersi una meritata vacanza e un giusto riposo dopo le fatiche di millenni.
L'autrice trae spunto con arguzia dall'iconografia e dalle fonti sacre e contrappone con ottimi risultati le due personalità, aggiungendo o caricaturandone sfumature del carattere. Gesù è un blogger esperto, un po' spendaccione, che teme l'acqua e non sa nuotare; Gautama è più parsimonioso, è un promettente mangaka nonché un fan e un lettore di Osamu Tezuka e del suo Buddha, cui lo stesso Nakamura si inspira. Cristo è il più spiritoso e ingenuo, Buddha il più gentile e pragmatico.
Questi piccoli inconvenienti non guastano tuttavia il piacere di quest'opera che inevitabilmente conquista, perché in Cristo e Buddha rivediamo noi stessi, i nostri guai quotidiani, le nostre piccole fobie o le nostre passioni. Pur se calata nella cultura nipponica, l'inevitabile globalizzazione accorcia le distanze e come i colleghi lettori del Sol Levante sorridiamo davanti ai nostri difetti e alle nostre debolezze, sottolineateci dalle divinità più famose e adorate al mondo e che sappiamo, fedeli e non, più hanno voluto e amato vivere in mezzo a noi.
Anche un manga come questo può essere un veicolo per trasmettere segnali di tolleranza e accoglienza. Il fumetto non è mai volgare e irriverente, anche se si tratta di un seinen è per tutti, la sua leggerezza e la sua garbata acutezza sfiorano cuore e mente di un pubblico che non è necessario distinguere o peggio discriminare per sesso, credo e soprattutto età.