Saint X (miniserie): la recensione

Saint X non è uno show tremendo, ma fallisce nell'importante compito di rendere la sua storia più matura di quello che avrebbe potuto essere

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La recensione in anteprima della miniserie Saint X, disponibile dal 7 giugno in streaming su Disney+

Adattamento dell'omonimo romanzo di Alexis Schaitkin, Saint X è una sorta di The White Lotus meno riuscito che tocca temi come il razzismo, il classismo, i privilegi e la sessualità, che riesce a costruire un interessante mistero intorno alla disperata e fortuita indagine della protagonista per scoprire la verità sulla morte dell'adorata sorella Alison, ma è meno efficace su altri punti, in particolare per quanto concerne la caratterizzazione dei suoi personaggi.

LA TRAMA DI SAINT X

Saint X racconta la storia di Emily (Alycia Debnam-Carey), una giovane donna la cui vita viene sconvolta per la seconda volta quando, a New York, la città dove abita ed in cui lavora come documentarista, sale casualmente su un taxi guidato da Clive Richardson, detto Gogo (Josh Bonzie), uno dei due impiegati del resort, assieme ad Edwin (Jayden Elijah), sospettati di aver ucciso 20 anni prima la sorella maggiore Alison (West Duchovny) durante una vacanza di famiglia sull'isola di Saint-Martin, ai Caraibi.

Stabilite le premesse, la serie in 8 episodi, passerà dal presente al passato per seguire la ricerca della verità da parte di Emily e svelare cosa sia realmente accaduto la tragica notte che ha cambiato la vita di così tante persone, inglobando nel racconto tutti i personaggi che ne sono stati toccati, come i genitori delle due ragazze, Mia (Betsy Brandt) e Bill (Michael Park), ed ovviamente i due sospettati della morte di Alison che, tuttavia, dopo indagini ritenute dalla famiglia poco accurate, vengono assolti da qualsiasi accusa quando la polizia archivia la morte come un incidente.

COSA NON FUNZIONA NELLA SERIE

Nonostante, come accennavamo, gli autori riescano a mantenere alta la tensione nell'arco degli 8 episodi di questa miniserie, che non vi annoierete a guardare, spinti quasi dalla stesso desiderio di Emily di scoprire la verità, che si dimostrerà peraltro molto diversa da quanto ci si aspetterebbe, lo show non riuscirà mai completamente a mantenere le promesse che fa.

Da alcuni accenni, copertine di riviste scandalistiche, la decisione della famiglia di trasferirsi, fino a quella della protagonista di essere chiamata con un nuovo nome, il pubblico ha modo per esempio di intuire che la morte di Alison, per le modalità e le circostanze in cui avviene, è diventata nel tempo una sorta di fissazione per i media, che periodicamente rende particolarmente difficile la vita della famiglia Thomas tornando su un mistero mai risolto, persino con un film per la TV sull'argomento. Quella che poteva quindi diventare una costruttiva critica su come le storie di true-crime siano oggi spettacolarizzate e trattate alla stregua del gossip e su quanto le famiglie delle vittime paghino lo scotto di questa frenesia, si perde completamente per strada nell'arco della narrazione, che non approfondisce mai davvero questo attualissimo tema.

Alison stessa, la giovane tragicamente scomparsa, resta una sorta di mistero irrisolto, con gli autori che non sembrano riuscire a decidere se fare di lei una ragazzina immatura, con l'illusione di essere una persona migliore delle altre, ma che nella realtà è tanto classista quanto gli ospiti della struttura dai quali vorrebbe distinguersi, una giovane donna sinceramente desiderosa di creare una connessione con le persone che incontra durante la sua vacanza caraibica o semplicemente una ragazza tormentata da quello che la gente pensa di lei e dalle aspettative che la società ha nei suoi confronti, che si trova ad essere schiacciata da questo peso.

Nonostante poi Saint X sia apparentemente deciso a criticare quel genere di turismo elitario che sembra ignorare o non essere interessato alle culture con cui viene a contatto, cade poi in cliché che contrastano completamente con le sue buone intenzioni, come quando la terapista di Emily le chiede se vivere in un quartiere abitato per lo più da immigrati che provengono dai Caraibi inneschi in lei dei ricordi traumatizzanti il che, a ben guardare, potrebbe suonare non poco razzista, soprattutto se si considera come Emily sia ossessionata dal personaggio di Gogo, che perseguiterà letteralmente per scoprire la verità sulla morte della sorella, senza inizialmente preoccuparsi di cosa questo possa significare per lui.

E proprio il personaggio interpretato da Josh Bonzie è probabilmente la cosa migliore della serie, non solo per la sua storia, ma anche per il modo in cui l'attore, con i suoi silenzi ed il suo essere schivo, contrapposto alla sua fisicità, rende Gogo il personaggio più intrigante della serie, l'uomo che si ha il desiderio di capire, quasi più di quanto non si voglia risolvere il mistero della morte di cui è stato accusato.

Nonostante quindi lo show nel complesso funzioni ed il mistero indiscutibilmente regga nel corso della serie, Saint X non riesce mai davvero ad approfondire i tanti temi che tocca e lascia con una sensazione di potenzialità non interamente sfruttate che avrebbero potuto rendere questo prodotto decisamente più maturo e di spessore, ma di The White Lotus - d'altra parte - ne esiste uno solo.

Saint X debutterà in Italia su Disney+ dal 7 giugno 2023.

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