Saguaro 35: Oltre l'orizzonte, la recensione
Saguaro giunge al termine con il numero 35, intitolato Oltre l'orizzonte, un vero e proprio fiore all'occhiello per Sergio Bonelli Editore
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Saguaro giunge al termine con il numero 35 di questo mese, intitolato Oltre l'orizzonte. La serie di Bruno Enna ha esordito nel maggio 2012 e doveva essere originariamente una miniserie, addirittura una graphic novel in prima battuta. Con il senno di poi era probabilmente quest'ultima la formula più consona per tale progetto. La soluzione mensile e regolare adottata per un soggetto tanto sfidante ed esigente non ha incontrato i gusti dei lettori abituati a personaggi più iconici e facilmente identificabili.
Quest'ultimo episodio raccoglie le trame sparse lungo i precedenti albi che la dura legge del mercato ha voluto venissero risolte nell'ultima manciata di uscite. I rapporti con il vicedirettore del Federal Bureau di Albuquerque, Clive Waters, quello con la compagna Kai, con i colleghi dell'unità speciale dei Falchi-Lupo e con l'amico fraterno della sua adolescenza, Nastas Begay, divenuto presto un avversario, trovano una degna e convincente conclusione insieme agli intrighi e alla storie di corruzione che hanno mosso i pezzi grossi dell'F.B.I. Ma al di là dell'avventura e dei colpi di scena giostrati con sapiente maestria da Enna, autore di eccellenti sceneggiature, rimane il valore intrinseco di questo fumetto che ha riportato in primo piano i problemi e le vicissitudini dei nativi americani che ancora oggi non conoscono pace e giustizia definitiva. Nella splendida pagina di commiato ai lettori, in seconda di copertina, l'ideatore della testata scrive:
Anche volendo, noi non potremo mai e poi mai sapere che cosa significhi veramente perdere, giorno dopo giorno, pezzo dopo pezzo, la nostra identità, la nostra cultura, la nostra anima.
Difficile dunque individuare una pecca determinata per quest'opera, causa della sua prematura fine; un pizzico di fortuna e di tempismo in più avrebbero aiutato. Fosse uscita oggi, con gli sforzi promozianali e di immagine a cui Sergio Bonelli Editore ha dato fondo ultimamente, forse avrebbe potuto attestarsi come un vero e proprio fiore all'occhiello per la casa editrice milanese.