Saga vol. 9, la recensione

Il nono volume di Saga stravolge lo status quo dei suoi protagonisti, prima di una lunga pausa

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Ormai credo che la maggior parte dei ragazzi interagisca tra loro tramite schermi. Ma per fortuna le mie prime interazioni sono state dal vivo. Per i giovani è un dono poter vedere il viso di una persona che hanno appena ferito.

Saga

Questa frase potrebbe benissimo essere un estratto da un convegno sul cyberbullismo, una riflessione sulla scarsa empatia sviluppata dalle nuove generazioni a causa del sempre maggior numero di interazioni personali che avvengono attraverso lo schermo di un computer o di uno smartphone; invece la leggiamo in una scena ambientata a bordo di un'astronave in viaggio per la galassia, durante uno scontro verbale tra una ragazzina dotata di ali e corna e un suo coetaneo con un monitor al posto del volto. È l'ennesima dimostrazione - se ancora ce ne fosse bisogno - della qualità di Saga, che come tutte le migliori opere di fantascienza riesce a parlare del presente filtrandolo attraverso un mondo solo apparentemente lontano dal nostro.

Il nono volume BAO Publishing dell'odissea spaziale di Brian K. Vaughan e Fiona Staples, più di ogni altra cosa, parla di comunicazione nei rapporti interpersonali, nei piccoli nuclei familiari e soprattutto verso le masse. Da una parte, due giornalisti propongono a Marko e Alana di raccontare la loro storia a un vasto pubblico di lettori, così da poter influenzare l'andamento della guerra; dall'altra, il padre di Hazel inizia a scrivere un romanzo che non è intenzionato a pubblicare. Il potere della narrazione è enorme, soprattutto in tempi difficili, e Vaughan lo sa bene: più il mondo è vittima di paure e divisioni e più Saga diventa efficace e potente, pur senza mettere in scena facili e plateali parallelismi.

I personaggi si trovano di fronte a una scelta morale, visto che raccontando la loro storia potrebbero godere di un servizio di protezione in grado di cambiare per sempre i loro corpi e le loro identità: vale la pena rinunciare al proprio passato per avere un futuro? Petrichor e Sir Robot hanno deciso che è un sacrificio sensato e si preparano a intraprendere una nuova vita assieme a Scudiero. Difficilmente, però, tutto andrà per il verso giusto e infatti la separazione delle due famiglie sarà più complicata del previsto...

Il volume si chiude con un messaggio di Vaughan che annuncia ai lettori una pausa di almeno un anno, necessaria a preparare al meglio gli eventi futuri. Effettivamente, gli ultimi episodi stravolgono lo status quo dei protagonisti in modo drastico, e questo intervallo è il più sadico dei cliffhanger, ai quali Saga ci ha da tempo abituati.

Detto ciò, non si può certo dire che gli autori facciano affidamento unicamente sui colpi di scena, visto che questo nono volume propone - come di consueto - dialoghi e brani di narrazione memorabili, oltre a due delle migliori sequenze d'azione che la serie abbia mai mostrato.

Dopo aver superato la soglia del cinquantesimo numero e i sei anni di pubblicazione, il titolo di Image Comics non accusa un briciolo di stanchezza, anzi. E se per garantire questo livello qualitativo occorre agli autori una fase di ricarica, siamo più che lieti di attenderli - seppur con una certa impazienza - per scoprire dove ci porteranno con i prossimi episodi.

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