Saga vol. 7, la recensione

Abbiamo recensito per voi il settimo volume di Saga, scritto da Brian K. Vaughan e disegnato da Fiona Staples

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Il settimo volume di Saga propone un arco narrativo che potremmo quasi definire autoconclusivo, la raccolta di storie più omogenea tra quelle uscite finora. L'astronave di Marko e Alana deve fare sosta sul pianeta Phang per rifornirsi di carburante, ma la sosta si rivela più lunga del previsto; qui incontrano una tribù aliena composta da creaturine pelose che ha visto la propria città venire distrutta dalla guerra. Parallelamente alle vicenda della famiglia protagonista, continuiamo a seguire gli sviluppi dei vari soggetti che le danno la caccia attraverso la galassia; mentre il quadro generale di questa epopea fantascientifica presenta nuovi personaggi, ne fa uscire di scena altri e fa tornare in azione vecchie conoscenze.

Pur mantenendo un livello qualitativo elevato, la serie scritta da Brian K. Vaughan e disegnata da Fiona Staples stava rischiando di cadere nella ripetitività, con la coppia interrazziale in fuga dai loro inseguitori sullo sfondo del conflitto interplanetario; questo rimane il contesto di fondo della serie Image Comics, ma gli ingredienti che la compongono stanno cominciando a cambiare. La novità principale riguarda Hazel, non più solo narratrice onniscente degli eventi e fagottino che i genitori portano in braccio durante le loro avventure spaziali, ma una bambina di cinque anni con un carattere in via di definizione: un terzo polo in grado di ritagliarsi sempre più spazio nella vicenda.

Sono passati cinque anni dal lancio della serie, e, dopo un periodo di separazione forzata, il nucleo familiare si è riunito, continuando a sviluppare dinamiche interne differenti. La guerra, il nomadismo e le cattive scelte si confermano tematiche centrali di Saga, che ormai ha raggiunto una forma ben più complessa dell'iniziale "Romeo e Giulietta nello spazio". Vaughan continua a tratteggiare alla perfezione l'animo umano (anche se lo fa utilizzando personaggi alieni) dimostrando la grande sensibilità maturata nei suoi quarant'anni di vita: la perdita, il rimpianto, la fedeltà, il desiderio, l'ansia e il senso del dovere sono emozioni che governano la vicenda, e sfociano in potenti scene in grado di far commuovere, sospirare e arrabbiare il lettore.

La Staples continua a produrre tavole fantastiche, spesso valorizzate dall'utilizzo delle splash page, una presenza costante in apertura e in chiusura di ogni capitolo; si tratta di una struttura certamente efficace negli albi mensili, agganciando e salutando il lettore con una scena dal forte impatto visivo, ma nella raccolta in volume inizia a diventare un vincolo che può creare un ritmo a singhiozzo a livello narrativo.

Allo stesso modo, le sue creature extraterrestri hanno come sempre un character design originale, ma iniziano a eccedere le specie con fattezze da "animaletti carini", a tratti fuori luogo per lo stile del racconto, ma comunque in grado di creare un netto contrasto con la violenza della guerra in corso.

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