Saga vol. 6, la recensione

Abbiamo recensito per voi il sesto volume di Saga, opere di Brian K. Vaughan e Fiona Staples edita in Italia da BAO Publishing

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Giunti al sesto volume di una di Saga, una delle serie a fumetti più di successo degli ultimi anni, e probabilmente di sempre, pubblicata da BAO Publishing in Italia, è difficile trovare nuove parole che possano continuare a dire quella che è di fatto una verità semplice, e forse anche banale: quest'opera è qualcosa di meraviglioso, sotto molteplici punti di vista, grazie al lavoro dei suoi straordinari autori, Brian K. Vaughan e Fiona Staples.

Allo stesso tempo, fa anche un po' strano che Saga, giunta al suo sesto capitolo brossurato, ma anche al suo trentaseiesimo episodio (basandoci sulla numerazione della serie originale), sia riuscita a mantenere sostanzialmente inalterata la sua bontà qualitativa nel tempo, forse persino con una progressiva crescita, dimostrandosi essere sempre una lettura originale, la cui storia è sempre in grado di trovare nuovi sbocchi narrativi che si traducono in un constante interesse da parte del lettore, quello che in gergo nerd viene definito come "hype", e che ci porta tutti ad attendere spasmodicamente per circa sei mesi l'uscita del nuovo volume, che, una volta tra le nostre mani, viene letto in pochissimo tempo (personalmente, circa quarantacinque minuti). Onestamente, è difficile riuscire a trovare molti precedenti a questa situazione.

Come già avvenuto in precedenza, con il nuovo blocco narrativo di Saga che prende il via sin dalla primissima pagina, la storia fa un salto in avanti nel futuro di diversi mesi (sicuramente più di un anno, ma forse qualcosa in più), presentandoci una situazione piuttosto scomoda per i protagonisti, specie per la piccola Hazel, figlia di due mondi in guerra tra loro, è prigioniera in un campo detentivo su Landfall (pianeta d'origine di sua madre), assieme a sua nonna, dove dovrebbe essere "rieducata", dato che le sue visibili corna fanno credere a tutti che sia una nativa del satellite Wreath, come suo padre. Nel frattempo, Marko e Alana, i quali si sono messi alle spalle il periodo di crisi del loro matrimonio, si mettono sulle tracce della loro piccola: niente più che un figlio in pericolo unisce due genitori, e li rende disposti a fare qualsiasi cosa per salvarli, anche a cercare impensabili alleanze... Ritroviamo anche i giornalisti (rispettivamente, reporter e fotografo) Upsher e Doff, che hanno tra loro una relazione omosessuale tenuta nascosta, i quali sono finalmente liberi di indagare sul segreto che hanno appreso in passato, quello cioè che riguarda l'impensabile relazione tra un nativo di Landfall e uno di Wreath, e la nascita di un figlio da tale unione. Il tutto senza dimenticare che nello spazio si aggira anche il Volere, reso più disperato (e grasso!) che mai dalla perdita della sorella, oltre che dell'amante (avvenuta in precedenza). In una serie di situazioni avvincenti, sorprendenti, e talvolta anche piacevolmente grottesche, questo volume riserverà una conclusione davvero inaspettata, con un'incredibile colpo di scena (cioè, "incredibile" per un fumetto normale, almeno).

Nuovamente, e forse con ancora maggiore incisività rispetto al passato, il sesto volume di Saga riflette in maniera profonda, intelligente e umana su quello che fondamentalmente è il tema principale della serie: la diversità, e quanto sia difficile che questa sia salvaguardata, accettata e magari persino rispettata. Tra pianeti colorati, creature di ogni tipo, fantasmi, gatti rivelatori di bugie, magia, nobili dal sangue blu e dallo schermo di TV al posto della testa, la meravigliosa foca umanoide di nome Ghüs (uno dei personaggi più riusciti di sempre), e tanti, tanti, tanti altri elementi fantasy, Saga ha come chiave di volta un tema quanto mai reale, e attuale, che affronta in modo assolutamente giusto e mai banale. Dalla diversità razziale, a quella sessuale, persino a quella religiosa, è Hazel a divenire il simbolo vivente (e la possibile soluzione?) di una battaglia apparentemente infinita, e che tante volte sembra già persa, in grado di coinvolgere un intero universo. Saga è un fumetto stupendo perché, sebbene in chiave volutamente parafrasata e metaforica, parla di tutti noi, e a tutti noi.

Grande merito in questo senso va allo sceneggiatore Vaughan, una delle penne più sensibili, colte e incisive del fumetto mondiale, e ai bellissimi disegni di Fiona Staples, capace di rendere tutta la fantasia presente in questa moderna space opera, più reale, più viva, e quindi più in grado di essere carpita e arrivare al cuore del lettore, in modo sempre diretto, ma delicato.

Aspettando l'uscita del prossimo volume (perché, si, smaniamo all'idea di sapere come la storia continuerà!), vi lasciamo con una citazione presente in Saga vol. 6, una frase che si presta a molteplici chiavi di lettura, ed è meravigliosa, e veritiera, nella sua semplicità: "...ma chiunque pensi che un solo libro abbia tutte le risposte non ne ha letti abbastanza." Riflettiamoci un po' su, tutti.

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