Saga Vol. 3, la recensione

Recensione del terzo volume di Saga, di Brian K. Vaughan e Fiona Staples

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


Condividi

Una delle uscite più attese e importanti degli ultimi mesi è stata certamente il terzo volume di Saga, la space opera di Brian K. Vaughan e di Fiona Staples. Abbiamo aspettato a recensirlo: sapevamo che questa fredda estate avrebbe avuto bisogno di qualcosa per scaldare i cuori degli appassionati di fumetto e non solo. E cosa c'è di meglio di una bella recensione di una bellissima storia, di una splendida conferma in un periodo di smentite, di una storia d'amore che probabilmente sta diventando due e di un'avventura dai personaggi potenti, tutti e tanto?

Il terzo volume di Saga, uscito ad aprile per BAO Publishing, continua a raccontare l'epopea di Marko, Alana e della loro figlioletta, frutto dell'unione di due soldati appartenenti a fazioni diverse, divisi dalla razza e uniti dall'amore, inseguiti dall'odio dei rispettivi popoli che vedono in loro due traditori dei valori tradizionali, due disertori di una guerra santa, e nella loro piccola un abominio da eliminare al più presto, un errore da cancellare dal libro mastro della storia. Aiutati dalla madre di Marko e dalla loro babysitter fantasma dal colore violaceo, Marko e Alana sono ancora inseguiti dal principe guerriero di una razza biomeccanica, dal terribile cacciatore di taglie chiamato Il Volere ed ora anche da Gwendolyn, la ex promessa sposa di Marko, che non deve aver preso tanto bene la sua fuga d'amore con il nemico.

Il terzo volume di Saga non può che essere descritto come una conferma. Brian K. Vaughan è, probabilmente, il miglior dialoghista attualmente attivo nel campo del fumetto. Tagliente, inaspettato, credibile come pochi e come molti vorrebbero essere; soprattutto, come alcuni stanno cercando di essere con alterne fortune, nel panorama italiano e in quello internazionale. L'autore dà ulteriore prova di saperci tenere incollati alla pagina, facendo diventare un volume non enorme, ma certamente non breve, una lettura velocissima. Le trame si dividono e si riallacciano, si incontrano per tornare a separarsi, con una gestione degli eventi che può sembrare frenetica, ma in realtà crea una costante attesa del momento risolutivo, che sembra sempre imminente, ma si lascia sempre aspettare. Almeno in parte.

C'è sempre un colpo di scena, o un mezzo colpo di scena, ad aspettarci, accompagnato dalla rivelazione di un aspetto di questo o quel personaggio che ancora non era stato chiarito. E, ancora una volta, ogni singolo attore di questa affascinante recita è all'altezza della parte. Ogni protagonista è potente, a suo modo, e lascia il segno nello spettatore, così come ognuno ha dei misteri da svelare, lati del carattere imprevedibili e imprevisti, personalità tutta da scoprire.

E qui, forse, si nasconde l'unica vera critica che può essere rivolta a Saga che, detto tra le righe, è anche uno dei prodotti meglio disegnati del panorama internazionale, grazie alla splendida pulizia e coerenza del tratto di Fiona Staples. Il possibile, ma ancora solo potenziale, punto debole di questo gioiello di fumetto sci-fi è una mancanza di struttura generale, il suo incedere ancora fortemente episodico, che lo incatena, per ora, a un avanzare per aggiunta. Sempre nuovi personaggi a tenere viva l'attenzione, destinati a svelare un pezzetto di sé alla volta, forse a non essere mai realmente risolti, per mantenere viva l'attenzione. Tuttavia ci troviamo ancora in una fase in cui Vaughan sta mettendo le pedine sulla scacchiera e sta mostrandoci il contesto, potenzialmente infinito, in cui esse si muovono. Inoltre, finché lo scrittore riuscirà a mantenere questa qualità di scrittura e a dipingere personaggi così interessanti, davvero ci importa così tanto che non sia un architetto di narrazioni al pari di un Alan Moore? Staremo a vedere.

Nel frattempo, Saga si conferma: si conferma un must per tutti gli amanti del fumetto d'avventura e dei comics in generale, un'opera in grado di entrare nell'Olimpo della nona arte a buon diritto. Sempre che le conferme non si interrompano qui.

Continua a leggere su BadTaste