Sacro/Profano vol. 6: Liberaci dal male, la recensione
Purtroppo, il sesto volume di Sacro/Profano non regge il confronto con gli esordi della serie
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Sacro/Profano avrebbe dovuto essere una trilogia, o almeno così Mirka Andolfo aveva presentato inizialmente il progetto. Poi, un po' per soddisfare le richieste dei fan, un po' per non privare l'editore Dentiblù del suo titolo più fortunato, l'appuntamento annuale con Damiano e Angelina è proseguito fino a questo sesto volume, nonostante le precedenti uscite avessero già mostrato segni di stanchezza. Abbandonate le tavole conclusive, la nuova formula prevede una storia lunga e due più brevi, struttura che ritroviamo anche in Liberaci dal male.
Eden ha ormai compiuto vent'anni e sta per presentare ai genitori il suo nuovo fidanzato, che scopriamo essere Severino, ex allievo di Angelina in grado di far andare su tutte le furie Damiano approfittando della sua "finta ingenuità". La rivalità tra i due viene qui portata avanti con il classico rapporto da commedia che si crea tra padre e fidanzato della figlia; purtroppo, però, ciò avviene con dinamiche da cinepanettone, tra lassativi e comportamenti fin troppo forzati.
La situazione non migliora con Pongo, racconto interamente incentrato su una cacca di cane pestata da Angelina e sulle conseguenze di questo piccolo incidente. Possiamo anche accettare qualche gag escatologica su feci e vomito, ma sommando questo episodio ai toni del precedente, il risultato è una piega indecorosa per quello che era Sacro/Profano, sia per quanto concerne gli stratagemmi comici adottati che per l'efficacia delle battute.
Se quest'ultima storia riporta in scena i protagonisti in versione giovanile, Le pilloline blu fa l'esatto opposto mostrandoceli ormai ottuagenari e alle prese con i problemi di impotenza del povero diavolo. Tra dentiere e incontinenza, anche queste pagine non brillano per finezza, e la superficialità con cui viene affrontata la senilità di Damiano e Angelina ha quasi il sapore di una fan fiction.
I testi di Liberaci dal male ci hanno fatto rimpiangere i primi volumi della serie, e lo stesso avviene anche per i disegni, anche se la situazione non è altrettanto grave. I personaggi disegnati da Elisa Pocetta sono piacevoli, con un character design che punta maggiormente sulle influenze manga; purtroppo, però, la resa non regge il confronto con lo stile della Andolfo, presente in copertina e in una manciata di illustrazioni interne.
Il divario è ancor più evidente nelle interpretazioni di Ilaria Catalani e Veronica Ciancarini, che abbandonano il mix tra realismo e cartoonesco in favore di quest'ultimo, arrivando in alcuni passaggi a sfociare addirittura nel grottesco. Si sente in particolare l'assenza del tocco dell'autrice originale ai colori, da sempre uno degli aspetti più sorprendenti di Sacro/Profano, che qui si perdono in un fumetto divenuto ormai la pallida copia di quello che era.