S. Darko - La recensione

8 anni dopo, la sorella di Donnie Darko affronta problemi simili a quelli del fratello. Situzioni copiate male dall'originale, attori poco convincenti, regia confusa: il manuale perfetto di come NON fare un sequel...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloS. DarkoRegiaChris Fisher
Cast
Daveigh Chase, Briana Evigan, James Lafferty, Ed Westwick, Jackson Rathbone, Elizabeth Berkley, Matthew DavisUscita21 agosto 2009

Personalmente, non ho pregiudizi di sorta contro remake e sequel. Non mi impressiono neanche quando gli autori non sono più gli stessi dell'originale, anzi magari una visione diversa ogni tanto può far bene. Semplicemente, lascio parlare i risultati, che a dire il vero non è che siano sempre sensazionali.

Per quanto riguarda S. Darko, è ovvio che le premesse non erano delle migliori. La contrarietà di Richard Kelly al progetto non aiutava di sicuro, ma chissà, mi sono detto, magari il nuovo regista riesce a sfruttare bene certe idee dell'originale. Purtroppo non è stato così. La lista delle cose che non vanno è decisamente lunga, ma a mio avviso un punto svetta sugli altri.

Molti si sono lamentati che il film originale non fosse facilmente comprensibile. Vero, anche se per chi scrive un po' di 'ermetismo' può aiutare a rendere più affascinante una storia. Ma la qualità che reggeva quello splendido film, era il fatto di descrivere una realtà adolescenziale molto forte, con personaggi vibranti e intensi che rimanevano nel cuore. S. Darko, invece, conserva la difficoltà di seguire la trama (diciamo pure che la aumenta in maniera esponenziale), senza però fornirci delle vicende personali di un qualche interesse.

Il tutto (ed è forse la cosa che più farà infuriare i fan) copiando malamente diversi punti importanti dell'originale. Penso al modo in cui parte questa storia, ad alcuni personaggi (ma dei bigotti devono starci per contratto?) e al montaggio finale (che non ha un decimo del fascino dell'originale). Poi però, a circa metà pellicola, si decide di andare verso un'altra strada, che si rivela francamente poco convincente. Senza, peraltro, affrontare bene la questione di Donnie Darko e delle sue esperienze. Di sicuro, la durata (oltre i 100 minuti) è assolutamente eccessiva per il materiale a disposizione, che avrebbe dovuto spingere a ridurre di almeno venti minuti il film.

A sollevare questo titolo non ci pensa certo l'unico collegamento con l'originale, ossia Daveigh Chase, che non riesce certo a reggere un film sulle sue (fragili) spalle. Purtroppo, anche i vari Jackson Rathbone (fin troppo stralunato), Elizabeth Berkley (in un ruolo che dovrebbe essere autoironico, ma non funziona) e Briana Evigan (che nel contesto è forse la migliore, ma comunque senza raggiungere la sufficienza) non risollevano la baracca. Tanto che, a un certo punto, ti viene il sospetto che siano anche diretti male, considerando che in generale non sono certo degli incapaci.

E vista la regia generale di Chris Fisher, il dubbio assume proporzioni notevoli. E' evidente che il realizzatore voleva fare una pellicola d'essai e vagamente sperimentale. I risultati però sono sconfortanti. Le inquadrature, più che ardite, sono scoordinate. L'atmosfera che si vorrebbe creare è sostanzialmente inesistente. E certi settori (effetti speciali, colonna sonora) andavano curati meglio per non dar vita a momenti mediocri.

In tutto questo, insomma, difficile trovare cose da salvare. Se non i risultati in home video statunitensi (non c'è stata infatti release in sala), che parlano di meno di 3 milioni di dollari conquistati. Particolare che ci tranquillizza e ci fa capire che la saga si concluderà qui. Per fortuna...

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