Ryuko vol. 2, la recensione

Abbiamo recensito per voi secondo e ultimo volume di Ryuko, il sorprendente manga di Eldo Yoshimizu

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Il secondo e ultimo volume di Ryuko, sorprendente manga di Eldo Yoshimizu, è stato pubblicato a fine aprile da BAO Publishing. In questo atto finale la trama sviluppata nel precedente capitolo si infittisce, assume evoluzioni imprevedibili e inaspettate; l'intrigo dilaga, investendo il terrorismo internazionale e potenti espressioni della mafia cinese, che arriva a minacciare perfino sul suolo giapponese gli affari della Yakuza e della Società del Drago Nero, guidata dall'avvenente protagonista.

Alla adrenalina delle scene d'azione e di lotta si aggiunge la suspense per il destino della ragazza, la cui vicenda viene sconvolta da una successione di rivelazioni sconcertanti che non fanno che esaltarne il carattere e l'indomita volontà, sorretta da principi irrinunciabili basati sul dovere e sulla lealtà. Yoshimizu scava nel profondo dell'animo e dei sentimenti della sua antieroina raccontandoci una donna complessa, poliedrica e irresistibile: sinuosa e letale come una pantera, dolce e sofisticata come una farfalla.

Questa seconda parte appare a tutti gli effetti più accessibile della prima, sia da un punto di vista narrativo che grafico, raggiungendo un equilibrio e una potenza stilistica notevoli. Il furore artistico del sensei esploso in Ryuko vol. 1, di una bellezza dirompente ma talvolta di ostacolo alla piena godibilità della storia, si tramuta qui in forza espressiva imbrigliata nelle forme, con l'incredibile energia creativa liberata nel primo albo che viene raccolta e disciplinata in maniera estremamente efficace.

La storia si complica e contemporaneamente assume una chiarezza e una linearità più marcata. Emergono dalla sceneggiatura, costellata di flashback, un ordine e una coerenza che si rispecchiano nella fermezza del tratto e nella fruibilità delle tavole, caratterizzate da uno schema pressoché libero - un mix di originalità e di influenze dalle scuole più disparate - ma l'intreccio sequenziale è netto e scandito con precisione.

Il paragone migliore per illustrare l'effetto definitivo dell'opera è proprio con la Scultura, disciplina plastica per eccellenza di cui Yoshimizu è stato uno straordinario interprete prima di rivolgersi al Fumetto. In Ryuko vol. 2 il maestro ha preso il pieno controllo della nuova materia e delle leggi che la regolano piegandola e plasmandola ai suoi desideri.

Questo secondo, elegante cartonato ci consegna un action crime avvincente ed emotivo, una rivisitazione in chiave moderna e pulp di atmosfere che affondano le loro radici nel genere chanbara; ci fa inoltre scoprire un autore eclettico e anticonformista, capace di conquistare i lettori dal palato più esigente e dai gusti più eterogenei.

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