Ryu delle caverne, la recensione

Sembra quasi che Ryu delle caverne sia stato concepito ai nostri giorni, invece ha circa cinquant'anni

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Shotaro Ishinomori (25 gennaio 1938 – 28 gennaio 1998), allievo di Osamu Tezuka e maestro di Go Nagai, detiene il record assoluto per il maggior numero di tavole a fumetti pubblicate. Tra i tanti successi della sua immensa produzione - che J-POP sta riproponendo sui nostri scaffali - troviamo Ryu delle caverne.

Genshi Shonen Ryu è stato serializzato nel 1971 sulla rivista Shukan Shonen Champion e poi raccolto da Akita Shoten in tre tankobon, che la casa editrice milanese ha riunito in quest'unico volume di oltre 500 pagine.

Pochi sanno che l'opera, in realtà, è solo il secondo tassello di una trilogia dal sapore decisamente fantascientifico, composta dal prequel Ryu no Michi (“Il cammino di Ryu”, Kodansha, 1969) e dal sequel Bancho Wakusei (“Il mondo di Ryu”, Akita Shoten, 1975).

In Italia, tuttavia, conosciamo essenzialmente Ryu il ragazzo delle caverne, anime prodotto da Toei Animation tratto dal manga in questione e a esso contemporaneo. La serie di ventidue episodi arrivò sui nostri teleschermi sul finire degli anni '70 e conquistò subito un vasto pubblico. È recente l'uscita dei due box di DVD in allegato a La Gazzetta dello Sport.

"Ryu delle caverne, manga vicino a compiere il mezzo secolo di vita, sembra quasi che sia stato concepito ai giorni nostri."Chi ha ben presente le indimenticabili immagini dell'anime, verrà sorpreso e sbalordito dallo shonen originale. La storia intessuta da Ishinomori è decisamente più complessa, offre diversi spunti di riflessione e soprattutto diverge in maniera sostanziale dal soggetto dello show televisivo, come si può facilmente intuire già dall'incipit. Detto ciò, i comprimari sono quelli che abbiamo sempre amato e odiato: l'incantevole Ran, la premurosa Kitty, il simpatico Don, il voluminoso Kiba e lo spregevole Taka; tutti quanti, però, recitano su un palcoscenico dagli orizzonti più ampi.

Ryu delle caverne è un fumetto distopico, squisitamente science-fiction. La storia, tra le altre cose, risponde a una domanda che tutti i fan dell'anime si saranno certamente fatti almeno una volta, vedendo il protagonista sfuggire per miracolo al terrificante Tirano (il Re dei Sauri, nel fumetto) che imperversa per tutta la vicenda: come fanno uomini e dinosauri a coesistere nella stessa epoca? Per scoprirlo vi invitiamo a leggere questa pietra miliare della Nona Arte, che vi darà inoltre dei ragguagli illuminanti sulla peculiarità della pelle bianca di Ryu.

Il prologo e l'epilogo della vicenda, siamo sicuri, vi spiazzeranno, mentre il susseguirsi degli eventi vi conquisterà senza mezzi termini. Il motivo è molto semplice: Ryu delle caverne, manga vicino a compiere il mezzo secolo di vita, sembra sia stato concepito ai giorni nostri. I testi sono essenziali; la sceneggiatura agile e fluida; il tratto e lo stile di Ishinomori, magnetici. Lo schema della tavola può apparire sorpassato rispetto ai prodotti attuali, ma è costellato di splendide splash page e conserva ancora una freschezza invidiabile.

Non perdetevi per nulla al mondo questo gioiello di creatività e Arte sequenziale.

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