Russian Doll (seconda stagione): la recensione

Nonostante una Natasha Lyonne sempre in forma, la seconda stagione di Russian Doll non riesce a replicare le buone sensazioni della prima

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Spoiler Alert
Russian Doll la recensione in anteprima della seconda stagione, disponibile su Netflix dal 20 aprile

Avevamo lasciato Nadia con una nuova consapevolezza di se stessa al termine di Russian Doll, la ritroviamo quattro anni dopo, nel marzo del 2022, a qualche giorno dal suo quarantesimo compleanno, all'inizio di questa inattesa seconda stagione.
Inattesa è proprio la giusta definizione per questa continuazione della serie scritta da Amy Poehler e Natasha Lyonne (che ne è anche la protagonista). Un termine che si sposa alla perfezione con il cambio del tema principale, che mette da parte un loop di morti misterioso, per portare Nadia in viaggio nel tempo, alla scoperta dei segreti ancora nascosti della sua famiglia. Ecco la recensione in anteprima della seconda stagione di Russian Doll, che debutterà su Netflix la prossima settimana, il 20 aprile, che purtroppo che non arriva mai ai fasti della prima.

Russian Doll: la trama della stagione 2

Nadia (Natasha Lyonne) si prepara a festeggiare il suo quarantesimo compleanno e, come ogni anno, si sta recando dall'amica Maxine (Greta Lee) per festeggiare al sicuro da morti improvvise, e loop temporali. Peccato che il destino abbia in serbo una misteriosa novità e, salendo sul treno della metropolitana 6622, la donna si ritrovi catapultata negli anni '80. Nadia cercherà di usare questo viaggio nel tempo a suo vantaggio, per cambiare le cose sbagliate della sua infanzia e il rapporto con la madre. Allo stesso tempo Alan (Charlie Barnett), una volta scoperta la nuova “maledizione” si ritroverà nella Berlino del '68, in una sotto-trama che gli servirà a dare un nuovo valore alle sue scelte.
Russian Doll abbandona l'immediatezza della prima stagione, il racconto onirico e umoristico lascia il posto a un mistero temporale legato al passato di Nadia ma, per gran parte di questa seconda stagione, non riesce a tenere il passo con la prima.

Russian Doll diventa un racconto fin troppo personale, in un viaggio intergenerazionale che porterà Nadia a capire il destino suo e della sua famiglia, oltre che ad apprezzare ancora di più chi la circonda.

russian doll seconda stagione

La serie abbandona l'immediatezza della prima stagione, il racconto onirico e umoristico lascia il posto a un mistero temporale legato al passato di Nadia ma, per gran parte di questa seconda stagione, non riesce a tenere il passo con la prima. Il lasciare indietro il loop alla Ricomincio da Capo, rendendo Nadia prigioniera del tempo (anche se in effetti può tornare indietro quando vuole) è molto meno incisivo di quanto fatto tre anni fa.

Qualcosa di diverso e inatteso

Là dove invece la serie resta forte è nel raccontare i suoi protagonisti: non solo Nadia e Alan, ma grande spazio è lasciato alle due madri della donna dai capelli rosso fuoco. La madre naturale Nora, ha finalmente la possibilità di dire la sua e dare una spiegazione agli atteggiamenti sopra le righe della prima stagione, ma il focus si sposta presto anche sulla madre adottiva Ruth, vero e proprio punto cardine della vita di Nadia. Arrivato al termine di questa seconda stagione, è chiaro che, nelle intenzioni delle showrunner, l'unico modo per approfondire questi due personaggi era proprio il viaggio nel tempo. Questo aspetto della seconda stagione di Russian Doll risponde a chi si era fatto delle domande sul passato di Nadia, peccato che non fosse quello il punto focale dello show.

russian doll seconda stagioneSi passa da un racconto di una vicenda soprannaturale, che evolve in una storia di ricerca di umanità, a uno personale, familiare, di ricerca di identità e di affetto. Uno sbalzo considerevole che purtroppo si scontra con un ritmo scandito a tratti troppo lentamente. Fortuna vuole che perlomeno dal lato tecnico, la cinepresa cerchi di fare qualcosa di più, offrendo inquadrature interessanti e un fotografia sempre molto calda (soprattutto nelle scene di Nadia, anche in quelle ambientate durante la seconda guerra mondiale).

Per i primi cinque episodi mi sono spesso domandato dove fossero i punti forti della prima stagione, e mi sono dato una risposta cinica quasi quanto quelle di Nadia. Non ci sono, non potevano esserci perché la prima stagione di Russian Doll funzionava benissimo senza seguiti, proprio come se fosse una serie limitata.

Non bastano le ottime performance di Lyonne, Barnett ed Elizabeth Ashley (Ruth), o le ultime due puntate che si riallacciano agli eventi e alle atmosfere della prima stagione, per poter promuovere questa seconda. Con questo nuovo gruppo di episodi Russian Doll non riesce a replicare le buone sensazioni viste in passato. Non si tratta di una serie brutta, ma di una che ha perso il mordente e che sfortunatamente non si ritrova all'altezza di quanto fatto nel 2019. Le vicende di Alan e Nadia proseguiranno? Al momento non ci è dato saperlo dato che questo nuovo gruppo di episodi chiude i conti col passato. Spero che il treno di Russian Doll si fermi e che i suoi due protagonisti possano vivere finalmente la loro vita senza scombinare più tempo o spazio.

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