Runaways vol. 1: Tornare a casa, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo volume della nuova serie dei Runaways, opera di Rowell e Anka
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Agli inizi del Terzo Millennio, i Runaways fecero il loro esordio nel variopinto Universo Marvel. Creata da Brian K. Vaughan e Adrian Alphona, la serie dedicati ai figli ribelli dei membri di Orgoglio si impose all’attenzione della critica per la maniera moderna e innovativa con la quale affrontava tematiche cardine della Casa delle Idee: l’adolescenza, i dolori della crescita, il retaggio dei genitori e la famiglia, tutte inserite nel contesto del Fumetto popolare americano.
Tornare a casa è il titolo del primo volume della collana Marvel proposto in Italia da Panini Comics, che contiene i primi sei episodi pubblicati originariamente negli Stati Uniti. Il primo arco narrativo di questo attesissimo comeback segue le delicatissime fasi che precedono l’effettiva reunion della squadra. Dirvi anche una sola parola in più sulla trama rovinerebbe il piacere di un’emozionante lettura; possiamo solo aggiungere che un clamoroso ritorno sprona Nico e Chase a rimettere in piedi il gruppo.
Autrice di successo di romanzi Young Adult, la Rowell riesce a trasportare nella caratterizzazione dei suoi personaggi la sua indubbia esperienza, tratteggiando teenager reali e credibili. I testi della scrittrice americana scavano a fondo nell’animo dei protagonisti, lasciando emergere il travaglio e le contraddizioni dietro ai loro sogni. Quella che ci viene restituita è una panoramica precisa e accurata di una fase importante della crescita, un periodo in cui la ricerca di sé si fa spasmodica, a tratti martellante.
L’importante lavoro introspettivo portato in scena dai personaggi è bilanciato da situazioni esilaranti, quasi al limite dell’assurdo, che oltre ad alleggerire i toni del fumetto regalano svariati sorrisi. Per quanto la fruizione sia possibile anche senza aver mai letto nulla dei Runaways, la conoscenza delle vicende antecedenti permette al lettore di constatare l’importante evoluzione dei personaggi e di godere al meglio della scrittura della Rowell.
I testi di questo teen drama in salsa supereroistica sono supportati dalla superba prova di Anka al tavolo da disegno, coadiuvato ai colori da Matthew Wilson. Lo stile asciutto dell’artista statunitense è perfetto nel conferire un taglio giovanile e fresco alla storia, innalzando ulteriormente la qualità dell'opera. Lo stile si muove in perfetto equilibrio tra scuola americana e orientale, producendo un ibrido dotato di grande espressività, estremamente accattivante.