Runaways 1x05, "Kingdom": la recensione
La nostra recensione del quinto episodio della prima stagione di Runaways, intitolato "Kingdom"
Lo stesso giovane è stato rapito da un criminale che ha spiacevoli trascorsi con suo padre, in passato gangster. L’evento funge paradossalmente da catalizzatore che porta alla cementificazione definitiva dei ragazzi come gruppo, protagonista della sua prima azione eroica.
Il quinto episodio della prima stagione di Runaways segna decisamente un punto di svolta importante, se non decisivo, nell’impianto narrativo dello show. Da un lato, siamo partecipi di una trama più complessa e sfumata, in cui la concezione di ciò che circonda i personaggi smette di essere in bianco e nero, ma definibile esclusivamente in scale di grigi: cosa è giusto, e cosa è sbagliato? Cos’è il bene? Si può fare del male per un bene più grande? E qual è il punto di non ritorno quando si decide di schierarsi contro i propri genitori? Domande importanti, senza dubbio, alle quali la serie TV sta a poco a poco rispondendo. Lo show è una credibile cartina tornasole in grado di narrare il conflitto interiore che ogni adolescente vive, nel momento in cui hanno inizio i primi contrasti con chi ci ha messi al mondo. Ovviamente, la storia propone un contesto narrativo fantastico e volutamente estremizzato, ma le tematiche di fondo sono sostanzialmente universali. Il tutto si manifesta al meglio nel gesto di Alex, che per salvare la vita di suo padre - nonostante sia oramai consapevole che non sia una brava persona - compie un gesto senza precedenti, mettendo involontariamente in moto una catena di eventi che porteranno al climax narrativo della prima stagione di Runaways.
Di contro, però, in questo quinto episodio Runaways inizia anche a mostrare le prime crepe, causate da problemi sicuramente risolvibili, ma anche, probabilmente, da difetti congeniti. Alcune soluzioni narrative, infatti, sono “scricchiolanti” e appaiono poco credibili, così come la messa in scena della sequenza chiave che vede i ragazzi affrontare un criminale armato: questo momento, che dovrebbe essere di massimo climax, in realtà è piuttosto goffo, per usare un eufemismo, e non solo in termini di storytelling. Le scene d’azione, si sa, sono spesso le più difficili da realizzare, ma è anche lapalissiano che senza una buona dose d’azione - convincente - un prodotto d’intrattenimento è naturalmente destinato a collassare su se stesso. Staremo a vedere.