Run Day Burst 1, la recensione

Con Run Day Burst Yuko Osada porta un improbabile terzetto alla guida di un potente veicolo, per vincere una gara automobilistica intorno al mondo...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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È da circa 10 anni che considero Yuko Osada un grande enigma.
Da quando in Italia fu pubblicata per la prima volta la sua miniserie Toto! (uno shonen manga molto liberamente ispirato ai personaggi e alle situazioni de Il Mago di Oz) mi innamorai dello stile dell'autore, ed ero pronto a scommettere su di lui come ideale successore di Akira Toriyama ed Eeichiro Oda; era già dotato della potenzialità per creare una serie longeva dotata di tutte le caratteristiche necessarie a trasformarla in un successo planetario. I suoi disegni trasudano movimento, ogni vignetta è incredibilmente dinamica, e la forte esperienza di Osada nel campo dell'animazione traspare dalle pose dei personaggi e addirittura degli oggetti, che difficilmente vengono percepiti come immobili, pur essendo stati catturati su carta.
Purtroppo però Toto! era solo una miniserie di due volumetti, e quando qualche anno dopo lo stesso autore ne realizza un remake, non arriva oltre il quinto tankobon. Lo stesso succede per tutti i suoi manga, con ottime premesse dalle quali si potrebbe sviluppare uno shonen di successo, ma non viene mai superato lo scoglio del quinto volumetto; forse una serie animata potrebbe aiutarlo, ma non si capisce perché le sue opere non sono mai state adattate per il piccolo schermo, nonostante le sue tavole siano una gridata dichiarazione d'amore per l'animazione (l'unica eccezione è stata Raoul - Il Dominatore del Cielo, spin-off di Ken il Guerriero che è nato soprattutto grazie alla fama dello storico fumetto).
Incostanza dell'autore o pubblico che non si accorge del suo talento? Non l'ho mai capito, ma il risultato non cambia: a parte rare eccezioni che si concludono con un buon tempismo, i suoi fumetti mi sono sempre sembrate ottime installazioni di universi narrativi che avrebbero potuto proseguire per decine e decine di albi. E invece, purtroppo, rimangono sempre ottime letture che terminano prima della loro naturale conclusione.

È quindi con sentimenti contrastanti che mi avvicino al primo numero di Run Day Burst, manga del 2008 portato in Italia da Planet Manga. È però sufficiente una rapida ricerca online per accorgermi che si tratta di una serie conclusa all'ottavo volume, record di longevità per quanto riguarda le opere di Osada; comincio a leggere quindi con un sorriso, nella speranza di poter leggere in futuro sviluppi più interessanti di quanto avvenuto nei suoi precedenti lavori.
La vicenda parte dalla formula vincente di tutti gli shonen manga di successo: uno stratagemma per far viaggiare i protagonisti in giro per il mondo, così da affrontare in ogni luogo nuove avventure, che sia per trovare sfere del drago, attraversare l'oceano a bordo di una nave pirata, o catturare creature fantastiche. In questo caso la trama è incentrata sulla Run Day Burst, corsa automobilistica che attraversa il pianeta, nella quale concorrono piloti pronti ad affrontarsi in una sfida senza esclusione di colpi.
Il protagonista della storia è Barrell, un timido ragazzo ordinario che gestisce un'officina e sogna di diventare un aggiustatutto; la sua vita viene stravolta da Trigger, scatenato pilota che per scappare dalla polizia manda in frantumi la sua automobile contro l'officina di Barrell. Trigger è intenzionato a vincere la Run Day Burst ma per concorrere ora ha bisogno dell'automobile del padre di Barrell, che il ragazzo ha modificato ma ha sempre tenuto nascosta sotto un telo senza mai metterla in moto; lo scatenato pilota convince così in modo tempestivo il suo nuovo compagno a seguirlo nella corsa automobilistica nei panni di meccanico, visto che la durata della gara e gli ostacoli da affrontare metteranno a dura prova il veicolo.
Completa il trio di protagonisti una poliziotta, amica di Barrell, che nonostante voglia catturare Trigger si ritrova suo malgrado a bordo della vettura, diventando così il terzo elemento del team che concorre alla vittoria della Run Day Burst; in questo primo volume è il personaggio meno interessante del terzetto, dividendosi tra momenti da damigella in pericolo da salvare, e fanservice abbastanza gratuiti e ripetitivi.
La trama ingrana alla stessa velocità con cui i motori si accendono sulla linea di partenza, e graficamente Osada sfrutta le sue potenzialità per rappresentare in modo sorprendentemente chiaro inseguimenti, scontri tra vetture e improbabili sorpassi. Purtroppo rapidamente la corsa automobilistica si rivela solo un espediente per fare da cornice alle singole avventure dei personaggi, che attraversano località amene e si fermano in piccoli paesini di frontiera, ma anche le sequenze sulla "terraferma" sono divertenti e avvincenti.
Ora non ci resta che attendere per vedere dove riuscirà a condurci Yuko Osada, sperando che le quattro ruote riescano a farlo viaggiare più di quanto abbia fatto finora...

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