Rumble voll. 1 - 2, la recensione

Abbiamo recensito per voi i primi due volumi di Rumble, serie Image Comics di Arcudi e Harren

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Rumble

Bobby LaRosa è lo spiantato barista di una bettola sperduta e fatiscente frequentata dai soliti – pochi – avventori, e la sua vita è scandita da una manciata di ordinazioni e tante chiacchiere con Cogan, nelle quali dar sfogo alle quotidiane frustrazioni dettate dall’incapacità di intrattenere rapporti sentimentali duraturi e soddisfacenti. L’anonima esistenza del protagonista di Rumble viene stravolta dall’apparizione di un demone fuori dal locale: uno spaventapasseri, armato di un’enorme spada, misteriosamente sulle tracce di Cogan. Dopo aver assistito all’amputazione del braccio del suo cliente, Bobby non si pone troppe domande e interviene in difesa dell’amico.

Ha così inizio una vicenda surreale in cui l'inadeguato Bobby viene inavvertitamente coinvolto in una secolare guerra che mette di fronte i signori immortali Ivir e gli Esu, una razza dannata che millenni addietro non ha accettato di consegnare la Terra agli umani. Gli strascichi di quelle cruenti battaglie si ripercuotono ancora oggi, e Bobby, insieme al suo sodale Del, è costretto ad abbandonare il tepore della sua inutile esistenza per affrontare qualcosa decisamente al di là della sua portata.

Rumble è il titolo dell’ottima serie Image Comics co-creata da John Arcudi (testi) e James Harren (disegni), coadiuvati dal celebre colorista Dave Stewart. In Italia i primi dieci episodi sono stati raccolti da Panini Comics in due volumi cartonati della linea Panini 100% HD.

Questo fumetto è una piccola gemma urban fantasy decisamente fuori dagli schemi in cui gli elementi peculiari del genere vengono ampliati da una preminente vena orrorifica (soprattutto nella componente estetica) e dall’utilizzo di un cast non convenzionale. La costruzione caricaturale permette di contaminare le ambientazioni urbane della vicenda con atmosfere da sit-com esilaranti, in un equilibrio narrativo ardito ma di grande effetto.

Partendo dalla costruzione di una mitologia ben definita e accattivante, Arcudi imbastisce una storia lineare in cui introduce personaggi caratterizzati da una grande umanità, e dunque fallibilità. Rispetto ai canoni del genere, si crea dunque un forte contrasto tra le caratteristiche del personaggio e il ruolo che è chiamato a ricoprire: se Rathraq, il dio guerriero, è uno spaventapasseri, Bobby è un fallito senza particolari ambizioni, e Del, per quanto volitivo, viene preso in giro per il suo essere un po' tonto. I tre rappresentano il cuore della vicenda, intorno alla quale ruota un caravanserraglio di comparse dalle mille sfaccettature.

Rumble

Che colore ha l’oscurità? permette di familiarizzare tanto con la mitologia dell’universo di Rumble quanto con i nostri protagonisti, mentre Un dolore che è follia dà la possibilità di approfondirli andando a tratteggiare figure tridimensionali e offrendo punti di vista inattesi. Il tutto, ovviamente, è legato al meglio dall’epica guerriera e dall’originalità del tratto di Harren.

Anche la prova dell’artista statunitense non rientra nei canoni dell’urban fantasy, preferendo adottare soluzioni cartoony dai risvolti grotteschi. Questo approccio consente all’artista americano di realizzare un character design assolutamente accattivante: di primo acchito, i suoi mostri vi sembreranno raccapriccianti, ma una volta svelata la loro natura siamo pronti a scommettere che cambierete idea.

L'appeal con la storia cresce pagina dopo pagina, con la qualità generale che nel secondo volume picchi di assoluta eccellenza, grazie anche a tavole dal taglio cinematografico rese uniche dalle fantastiche colorazioni di Stewart. La palette del vincitore di ben nove Eisner Awards contribuisce al meglio alla narrazione assecondando toni ora crepuscolari, ora urbani, ora orrorifici.

Si ride di gusto leggendo Rumble, ci si appassiona a una storia intensa e immediata in cui, ancora una volta, la speranza e l'amicizia rappresentano la giusta spinta per compiere imprese impossibili.

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