Ruggine, la recensione

Ruggine è un ritratto fedele, leggero e più o meno allegorico di chi vive sulla propria pelle la fine di un rapporto di coppia

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Ruggine, anteprima 01

La fine dell'amore è sicuramente uno dei concetti maggiormente trattati all'interno della narrativa rivolta a un pubblico che spazi dal pre al tardo adolescenziale. Che il racconto includa o meno la bellezza dei giorni passati, il momento in cui il legame si scioglie e le immediate conseguenze, la costante che finisce sempre sotto la lente d'ingrandimento è la metabolizzazione del lutto emotivo da parte di chi ha visto il mondo crollare non per sua scelta. In tal senso, Ruggine di Francesco Vicentini Organi e Fabiana Mascolo è un ritratto fedele, leggero e più o meno allegorico di chi vive sulla propria pelle la fine di un rapporto di coppia.

Da sempre, Edizioni BD ha particolarmente a cuore due elementi fondamentali: la promozione di nuove leve del Fumetto italiano e il racconto delle emozioni più profonde, con tutte le loro sfumature e senza censure. Per questo, non c'è da stupirsi se Ruggine sfoggia il fulmine della casa editrice in copertina, dato che i due giovani autori sono riusciti a coniugare con originalità un sentimento tanto universale da apparire (purtroppo) spesso inflazionato e un elemento apparentemente estraneo: la figura di Re Artù.

Fin dalle prime tavole, l'estetica cavalleresca entra con prepotenza all'interno di una storia che sembra raccontare tutt'altro. Con il progredire dell'intreccio, però, si può constatare che i riferimenti al Ciclo Arturiano sono tutt'altro che un vezzo: tra ironia e momenti di riflessione emotivamente più impegnativi, lo sceneggiatore riesce a cogliere le sfumature del simbolismo affettivo proprio del rapporto tra Artù, Ginevra, Lancillotto, Morgana, Mordred e degli altri personaggi.

"Un ritratto fedele, leggero e più o meno allegorico di chi vive sulla propria pelle la fine di un rapporto di coppia."È possibile che dei millenial si scontrino con dei problemi affettivi simili a quelli presenti in un mito risalente a circa mille anni fa? A quanto pare, sì, perché l'intreccio amoroso in stile "lui, lei, l'altro" è un motore narrativo che muove il vissuto più intimo di ognuno di noi senza mai passare di moda. Il sesso con qualcun altro, la dipendenza emotiva, la depressione e la fatica legata al "rientro in società" dopo una separazione netta sono dei fattori con cui talvolta è difficile fare i conti, a prescindere dall'epoca storica di riferimento.

Questo dualismo temporale appare calzante anche sotto il profilo dei disegni: con un espediente semplice ma assolutamente ben riuscito, la storia si poggia sul binomio tra realtà e fantasia, con indumenti (e armature) medievali che oltrepassano il velo della finzione per approdare nel mondo reale in maniera convincente. Parimenti, sotto il punto di vista del rapporto tra emozioni e palette cromatica, il racconto si muove ugualmente sul binario della semplicità, alternando soluzioni cupe e brillanti che catturano l'attenzione e conferiscono un maggior respiro alla lettura.

Certo, come spesso accade quando si tratta di autori molto giovani e all'esordio, ci sono alcune ingenuità sotto il profilo della gestione della regia e del ritmo, ma nulla che va a inficiare in alcun modo l'esperienza. Volendo descriverla in poche parole, Ruggine è una bella graphic novel scritta e disegnata con il cuore e con la pancia. Anche se non c'è nulla di particolarmente innovativo o imprevedibile sotto il profilo della trama, oltre all'intelligente parallelismo con il mito arturiano, è evidente che l'opera proponga molta spontaneità e freschezza con delle soluzioni visive molto interessanti che sicuramente valgono il prezzo di copertina.

Ruggine, anteprima 02

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