Royalteen, la recensione

Royalteen appassiona molto quando si concentra sul percorso emotivo della sua sua protagonista, meno quando l'intreccio prende il sopravvento

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La nostra recensione di Royalteen, dal 17 agosto su Netflix

La cattiva notizia è che, a livello narrativo, Royalteen è esattamente quello che ci si poteva aspettare leggendo la sinossi, o anche solo a partire dal titolo: una storia d'amore adolescenziale tra una ragazza "comune" e il principe ereditario della famiglia reale norvegese, che procede tra mille difficoltà e impedimenti. La buona è invece che, almeno nella prima parte, il modo in cui questa è raccontata non è dei più scontati e riesce a dargli sufficiente respiro.

Protagonista del film è la giovane Lena (Ines Høysæter Asserson) che si è appena trasferita a Oslo con i suoi genitori e il fratellino piccolo. Al primo giorno di scuola nella sua nuova classe, scopre di essere compagna del principe ereditario Kalle (Mathias Storhøi) e di sua sorella Margrethe (Elli Rhiannon Müller Osborne). Con il ragazzo, di cui è vicina di banco, comincia a scambiare due parole, e basterà poi un incontro fortuito nel bosco per far nascere qualcosa. Apparentemente, sono due caratteri agli antipodi: Lena è timida e riservata, refrattaria all'uso dei social, come un pesce fuor d'acqua nella nuova realtà in cui si ritrova. Kalle è invece il ragazzo più ambito, con la nomea di playboy e festaiolo, che non esita a postare una foto. Il fatto che lui sia un reale gioca un ruolo di sfondo nella loro relazione, perché nella sostanza le dinamiche messe in gioco sono le più classiche (come l'incontro con le rispettive famiglie o il confrontarsi con il giudizio degli altri).

Nel tratteggiare le due figure, i registi Per-Olav Sørensen e Emilie Beck adottano un punto di vista molto vicino ai corpi e ai volti, che fa emergere dunque gli stati d'animo e le sensazioni provate. L'attenzione è soprattutto su di Lena, sui suoi sentimenti; più che sull'approdo delle vicende, sulla loro lenta evoluzione. Tutte le tappe a cui va incontro assumono dunque una carica emotiva non indifferente: le feste con la musica, i tuffi nel mare, il primo bacio sono veramente sentiti. Riusciti anche i personaggi dei genitori, sempre aperti e autoironici, lontani da un'idea di distanza e incomunicabilità tra generazioni. Così, senza rivoluzionare nulla all'interno di un filone consolidato, Royalteen riesce comunque nell'operazione non da poco di farci appassionare alla storia della protagonista. D'altro canto, meno mordente sembra avere quando si sofferma su Kalle, rivelandone la difficoltà nel portare sulle spalle il suo ruolo, i suoi veri sentimenti che non può mai mostrare in pubblico.

L'intreccio poi giocherà sul progressivo svelamento di segreti dal passato che riemergeranno e di conseguenti scandali con cui fare i conti e mettere in discussione se stessi e la loro relazione. Ecco allora che nella necessità di inserire un colpo di scena, di fornire un background solido alla sua protagonista che ne possa spiegare le motivazioni utile per arrivare ad una mezza lezioncina sull'importanza di prendersi le proprie responsabilità, il film viene un po' meno alle sue premesse di partenza. Spostando il focus dai personaggi all'intreccio, Royalteen rivela dunque la sua prevedibilità e il finale ci trova dunque meno coinvolti di quanto lo eravamo stati precedentemente.

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