A Royal Weekend, la recensione
Ideologico, educato e falso come solo la politica sa essere, Hyde Park on Hudson è la scelta più strana della carriera quasi impeccabile di Bill Murray...
Garbato, posato, ben vestito, recitato, musicato e soprattutto fotografato (il film dichiara da subito la propria matrice, fin dalla prima inquadratura con una casa in stile Edward Hopper), A Royal Weekend è un film tranquillo ed educato, che sa stare così bene in società da potersi anche permettere di accennare a storie di infedeltà coniugale e masturbazione all'aria aperta senza risultare volgare. Un virtuoso dell'educazione.
Come tipico di molto cinema statunitense mainstream, la vera storia qui è quella di come le altre culture a contatto con quella americana ne rimangano contagiate dalla libertà e dai valori, affascinate dalla diversità e dalla mancanza di formalismi. Si tratta ovviamente di una nemmeno troppo mascherata celebrazione nazionalista, in cui fanno pessima figura sia gli inglesi (chiusi, ottusi, fuori dal mondo e incapaci di raggiungere il risultato che si sono posti non fosse per il genio di Roosevelt) che tutte le donne del film, da Eleanor Roosevelt (banalmente anticonformista) fino alla protagonista Daisy (ignorante, orgogliosa e alla fine sottomessa) per non dire della moglie di Giorgio VI (la regina madre, che oltre ad essere donna è anche non americana). Tutto ovviamente a favore di Roosevelt, campione di virilità e ingegno statunitensi, uomo a cui è permessa ogni cosa.