Roma 2018 - The Hate U Give, la recensione
Quel momento di conversione che il cinema solitamente relega ad una scena, The Hate U Give lo spalma, esplora e spiega lungo tutta la sua durata
Quando la protagonista viene riaccompagnata a casa in macchina da un ragazzo che ci sta provando con lei i due vengono fermati dalla polizia, lui non ha la deferenza che a lei è stata insegnata dal padre e quando prende in mano una spazzola il poliziotto gli spara, uccidendolo. Adesso nella vita di lei il vero dubbio è se parlare o meno, testimoniare e mettersi contro tutti.
Ma questi sono solo gli eventi, la vera storia è un’altra, quella di una ragazza (sempre lei, Amandla Stenberg) che nella scuola privata che frequenta vive da bianca in un mondo di bianchi che si atteggiano a neri ma in cui lei non può farlo perché questo la etichetterebbe come una del ghetto. È una storia di desiderabilità della cultura afroamericana e di una ragazza che vi appartiene che la rifiuta perché è l’unico modo (crede) di essere accettata.
Invece che ripetere il solito mantra sul razzismo (corretto ma sempre più inefficace all’aumentare delle ripetizioni) The Hate U Give ne moltiplica le dimensioni: c’è quello violento ed esplicito, quello sottile di chi non si schiera e quello ipocrita di chi si schiera per saltare un giorno di scuola ma non ha veri interessi, e poi c’è quello dell’appropriazione di una cultura senza nessuna partecipazione ad essa o anche quello di chi vuole la violenza a tutti i costi. Con una frase di Tupac a fare da tamburo battente, il film non ha molte remore ad esplicitare la propria morale, cioè che la violenza perpetrata a cui rispondiamo si riflette sui bambini, le nuove generazioni che cresciute nella violenza saranno violente. È una predica continua, una predica fatta film. Eppure è impossibile negare che sia molto ben scritta e girata.
Di certo è paradossale che un film in cui il problema principale è che un bianco ha ucciso un nero, finisca con i protagonisti in festa perché la polizia finalmente ha arrestato un altro nero.