Roma 2018 - Daughters of the Sexual Revolution: The Untold Story of the Dallas Cowboys Cheerleaders, la recensione
Cosa è femminista? Daughters Of The Sexual Revolution, non se lo chiede ma il pubblico che lo guarda non può fare a meno di farlo
Daughters of the Sexual Revolution: The Untold Story of the Dallas Cowboys Cheerleaders con il suo titolo chilometrico fa esattamente questo, mette in fila i fatti e gli eventi, li fa raccontare a chi li ha vissuti non temendo che ne esca una ricostruzione faziosa o di parte, anzi abbracciando le loro tesi per lasciare allo spettatore le molto difficili conclusioni, dopo una cavalcata esilarante, interessante, appassionante e sorprendente.
Eppure quel che accadde, come fu vissuto e cosa fu necessario fare per creare le cheerleader e mantenerle un’attività sicura è una storia di incredibile femminismo. Ciò che è ben poco femminista per una società, lo diventa per le singole in questa storia. In un paese in cui in tantissimi luoghi le ragazze giovani non erano padrone di sé, figuriamoci del loro corpo (figuriamoci se poi questo è perfetto, sexy e attraente!), essere cheerleader per i Dallas Cowboys era un modo per riprendere controllo di sé, liberarsi dai legami oscurantisti, essere indipendenti, sfuggire al controllo di fidanzati o padri e decidere autonomamente il proprio destino.
In questa vera storia e nelle sue protagoniste (è bellissimo il tono con il quale oggi rievocano quei fatti) Dana Adam Shapiro trova la grande dialettica del femminismo, la grande domanda che si è sempre posto: qual è la donna indipendente?