Roma 2017 - The Place, la recensione
Ricalcato sulla serie tv che adatta, The Place proprio nel suo non essere eccezionale mostra quanto Genovese sia a proprio agio con il dramma
Genovese sembra aver capito subito qual è il punto di questo spunto, il fatto cioè che in questo film esistano almeno altri 6 film di genere diverso che hanno luogo solo nella nostra testa tramite i racconti dei protagonisti. Senza mai uscire da quel bar sentiamo raccontare di come qualcuno abbia cercato senza successo di rapire una bambina, sentiamo di come qualcun’altra abbia cercato di farsi beccare con un’altra dalla di lui moglie o ancora dei tentativi di rapina. La recitazione sostituisce (per quelle storie) tutte le altre componenti della messa in scena e di conseguenza la regia deve essere tutta al suo servizio, invisibile e accattivante.
Ad avvincere, oltre ai singoli racconti, è sempre la curiosità che c’è dietro la natura stessa del film: siamo nel fantastico? Quest’uomo ha dei poteri? È solo una persona che lavora come uno psicologo? Quali regole vanno rispettate? Farà quel che dice?
In quest’ambiguità nella quale trionfa Valerio Mastandrea e la sua espressione impassibile che in realtà dice molto, si gioca la tenuta del film, la sua capacità di tenere attaccati e stimolare lo spettatore ad attendere il procedere delle storie. Ovviamente la fortuna di potersi permettere un cast numeroso di tutti volti noti aiuta ma a stupire non è quello quanto come Paolo Genovese, che era diventato famoso con commedie molto scialbe ed è esploso con la più seria di queste (Perfetti Sconosciuti), qui svolti nel drammatico puro e facendolo sembri aver trovato una strada che calza il suo mestiere molto meglio della precedente.
Alla fine nelle sue mani quella di The Booth At The End sembra una storia italiana, anche se non lo è. Sembra una storia di personaggi teatrali pirandelliani, una in cui ognuno mette in scena se stesso davanti ad un pubblico formato da una sola persona, in un film che insiste sottilmente su quelle debolezze umane che inducono le persone a chiedere un aiuto disperato.