Roma 2017 - Logan Lucky, la recensione
Ricalcato su Ocean's Eleven per essere il suo opposto logico, Logan Lucky ripete lo schema della grande rapina di gruppo con molta meno verve
Allo stesso modo, se nella saga che aumentava di numero ad ogni nuovo film c’erano alcuni degli attori più belli di Hollywood, noti per il carisma e il sex appeal, in questo ci sono (Channing Tatum a parte) una serie di attori che non puntano sull’appeal ma sul carattere. Così c’è Adam Driver (il migliore, o meglio l'unico capace di modulare i registri di commedia e d'azione mantenendo vivo anche quello drammatico), un Daniel Craig reso albino e pazzoide con degli occhi troppo chiari e troppo spalancati, c’è Katie Holmes più in forma che mai e uno strano villain da macchietta interpretato da Seth McFarlane.
Solitamente si tenta di restare davvero indipendenti per film che nessuno avrebbe potuto produrre e non per il clone del proprio franchise di successo. Se dunque Soderbergh ha optato per questo progetto è per dare sostanza e credibilità al suo sistema.
Il film non è andato benissimo ma è costato poco (costato un quarto di Ocean’s Eleven ha incassato un decimo), obiettivo raggiunto lo stesso. Peccato che allo spettatore lasci praticamente nulla, nemmeno un vero divertimento.