La Warner Animation sta creando una factory con una linea molto chiara
. Chris Miller e
Phil Lord (gli autori del film
Lego) e ora anche
Nicholas Stoller, sceneggiatore e coregista di
Cicogne in Missione, hanno in comune una capacità rara di riflettere attraverso il genere più incline al demenziale, sui meccanismi di quel cinema che incrocia la parodia ad una forma di commedia devastante vecchio stampo.
Cicogne in Missione è quindi parte Looney Tunes, parte sagace satira della cultura impiegatizia. Soprattutto è una macchina comica perfetta, in cui convivono le scene più grossolane di umorismo visivo (alcune di geniale invenzione come i lupi che fanno tutto in branco altre di perfetto tempismo), con l’arguzia della parola.
Capaci di sfiorare l’assurdo puro in un film che mantiene entrambi i piedi per terra (in una scena esilarante i personaggi ordinano un pacco e una volta ricevuto ci entrano dentro e chiedono la restituzione della merce per essere riportati quartier generale, tutto in pochissimi secondi), Stoller e Sweetland giocano con la tradizione nel medesimo campo di Chuck Jones e Tex Avery, autori di alcuni tra i migliori e più significativi corti animati del '900 proprio alla Warner. Eppure in maniera molto moderna i due trasformano anche la spensieratezza dell’animazione televisiva in film combinandola con un’ambientazione più che seria. La leggerezza dell’episodicità appesantita a dovere grazie allo schermo ampio del cinema, così grande da contenere qualcosa di più delle singole gag o scene, capace di mostrare scenari più ampi e mettere in risalto il contesto.
Con un’anima da addetto ai lavori (
Doug Sweetland è stato per anni animatore della Pixar) e un’altra da estraneo (
Nicholas Stoller è sceneggiatore di film live action), questo film è il contraltare della Pixar. Se per lo studio di
Lasseter le aziende sono un bene, la loro struttura è la macchina perfetta (la troviamo in
Monsters & Co.,
Inside Out e molti altri film) e nei loro meccanismi c'è la risposta a tutto, per
Cicogne in Missione, l’azienda è la morte dell’individuo. Non si tratta di un capo cattivo e spietato che costringe tutti ad un freddo business (quello capitava anche in
Monsters & Co.), ma della maniera in cui ogni impiegato vive la logica aziendale. Plagiati oltre il razionale all’idea di promozione, al servilismo e alle piccinerie da macchina del caffè (con il classico personaggio vanaglorioso, emarginato e complessato), le cicogne sono diventate qualcosa di diverso proprio stando in un’azienda e finchè questa non cambierà non ci potrà essere catarsi.