Roma 2015 - The Wolfpack, la recensione
Sette fratelli cresciuti senza mai uscire di casa ma solo vedendo film decidono di affrontare il mondo. The wolfpack documenta una storia incredibile
Questa che può sembrare una trama di finzione è in realtà il tema eccezionale di un documentario che entra nella vita della famiglia Angulo nel momento in cui tutto si è rotto (non è facile immaginare che l'arrivo di videocamere sia anche figlio di questa rottura), quando i 7 fratelli cominciano a ribellarsi e ad uscire di casa. La cronaca di come degli esseri umani che tutto ciò che sanno lo sanno grazie al cinema e sono assolutamente naive nei confronti di tutto (tecnologia e internet inclusi), ha dello stupefacente. Il senso di ribellione sopito che si sveglia in loro e li spinge a timidamente lasciare il nido con una grazia e una curiosità mai viste prima, sono appaganti.
Ovviamente The wolfpack rimane un film interessante e calamitante, la sola idea di vedere 7 esseri umani tra i 15 e i 25 anni che si recano al mare quando non hanno mai visto l'acqua, il senso di comunità che effettivamente hanno maturato, quanto siano legati e come si atteggino a personaggi da film in un mondo che non conoscono sono immagini potentissime.
Ma sembra davvero che il film faccia il minimo del lavoro possibile sulla materia che documenta e che quel che ne risulta è una frazione di quel che poteva uscire.