Roma 2015 - The Walk, la recensione
Nella storia di The Walk Robert Zemeckis scova per noi un eroe che non è il protagonista e realizza un film al limite dello sperimentale a partire da
In The Walk 3D a meravigliare non è solo la possibilità di abusare di digitale al momento di creare la famosa camminata tra le torri gemelle, ma tutta l'intuizione di creare un film che usi il montaggio come l'animazione, che non si ponga limiti nel farsi racconto di finzione. Fin dall'inizio il protagonista parla al pubblico dalla cima della statua della libertà (dietro di lui lo skyline di New York), narrando un film che opera passaggi invisibili da una foto di giornale alla realtà che fonde il primo e il dopo senza far sentire gli stacchi, che si arrischia in riprese impossibili a salire e scendere, da sopra a sotto il cavo, con un 3D che lavora di profondità per aumentare la tensione e rivedere la concezione che solitamente abbiamo dell'ambiente.
Ma è tecnicamente che Zemeckis compie il miracolo. Tenendo sempre fermo il suo obiettivo (rendere ciò che Man on Wire non poteva rendere, l'ebrezza e la follia di quei momenti sospesi tra le due torri), concepisce un set là dove non c'è niente, realizza di fatto una lunghissima sequenza animata anche se ci sono attori veri in mezzo. Non si tratta solo del fotorealismo cui la tecnologia è giunta (difficile dire che quelle torri non sono vere e che non c'è il vuoto sotto Joseph Gordon-Levitt) ma proprio del cominciare ad usare questa tecnologia per ripensare la messa in scena, ampliare la concezione di spazio scenico e quindi a cascata ripensare il montaggio interno (questo film fa uno uso degli sfondi fantastico), i movimenti di macchina, l'illuminazione, il colore e poi anche solo i primi piani.
Pur trovandoci di fronte ad un film che ha le massime ambizioni commerciali ed è scritto per acchiappare di forza il pubblico e intrattenerlo in tutti i modi possibili, passando dalla tensione all'umorismo, fino ad un briciolo di commozione (e pochi lo fanno come Zemeckis), è anche evidente che The Walk 3D è un vero film sperimentale, uno che ha la candida ambizione di iniziare a ripensare le regole base del cinema a partire da nuove possibilità.