Roma 2014 - I milionari, la recensione

Arriva al Festival di Roma 2014, dentro Cinema d'Oggi, I milionari di Alessandro Piva, gangster movie molto inferiore a Gomorra - La serie

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E ci risiamo.

Dopo il mediocre Anime nere in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2014, ecco I milionari, presentato nella sezione Cinema d'Oggi al Festival di Roma 2014. E' il segmento di Festival che secondo alcuni è l'ex Concorso del sempre più impalpabile Festival della capitale.
Dicevamo: ci risiamo.

Un altro gangster movie drammaticamente inferiore a Gomorra  - La serie di Sky Cinema. C'è anche una sequenza identica a quella bella fiction che vede coinvolti un boss, una madre, un incendio appiccato in un appartamento e una doccia usata per respirare tra il fumo. Comincia a diventare un bel problema per il cinema nostrano trovarsi sempre un passo indietro rispetto alla tv in fatto di criminalità organizzata. Ma i produttori non ci pensano? Come è possibile essere cinematograficamente così superficiali?

Marcello Cavani, soprannominato ben presto Alendelòn nonostante non gli somigli neanche un po', ricorda in voice over la sua ascesa anni '80 come boss del Sistema (nome corretto per identificare la Camorra), mentre lo vediamo passeggiare nervosamente dentro una cella fumando fin troppo enfaticamente una sigaretta (e già tutto sembra estremamente finto e caricaturale). A questo punto parte un lungo flashback che è anche e soprattutto una trita e ritrita storia di criminalità con i fratelli Cavani costretti fin da piccoli a diventare soldati di un boss del Sistema per ripagare i debiti di gioco di un padre venditore ambulante di musicassette.

Francesco Scianna è il blando protagonista pronto a lanciarsi con una fiammante Honda Rossa (anche se si vede benissimo che va a 10 km orari) per le strade della violenza in una Napoli che vince lo scudetto grazie a Maradona e assicura una vita da nababbo a lui e la sua cricca. Scianna, funzionale in Vallanzasca come sparring partner di Kim Rossi Stuart, non dimostra qui assolutamente quello spessore recitativo da protagonista che si era intravisto in Itaker di Trupia e, ancora più fiocamente, in Baarìa di Tornatore.
Errore clamoroso il suo posizionamento come leader della pellicola.

Solita storia: boss rivali da eliminare, mentore vecchio che si fa da parte, tradimento di amici e una vita privata con moglie bona, muta e subordinata (Valentina Lodovini drammaticamente sprecata) la quale però, dopo aver goduto dei soldi di Alendelòn per anni, anni e anni sapendo benissimo da dove provenissero, gli urla in faccia solo verso la fine del film tutto il suo odio perché lui è stato coinvolto nell'omicidio di un ragazzino della stessa età di loro figlio. La solita misoginia e incapacità del cinema italiano di scrivere personaggi femminili minimamente intriganti e con personalità. Rimpiangiamo la grandiosa Donna Imma della meravigliosa Maria Pia Calzone di Gomorra - La serie.

Il film di Piva (che bello che era il suo esordio La CapaGira nel 2000) è prevedibile, noioso, senza mai un'ideuzza che non sia già vista, ripresa, fotografata e interpretata meglio in 100 film con gangster visti precedentemente. Una sequenza carina a dire il vero c'è: Cavani e la sua banda entrano in una prigione con fare guardingo inquadrati in un campo così stretto da far pensare che siano stati arrestati. Poi però in voice over sentiremo Cavani rivelare che... quel carcere l'avevano costruito loro come investimento immobiliare e quella loro visita era solo una perlustrazione in relazione all'acquisto. Peccato che questa sia l'unica fuga dall'ovvio cinematografico riservataci da Piva & Co.

I milionari, paradossalmente, è un film molto povero. Caro cinema italiano: sveglia! Altrimenti la tv continuerà a prenderti a schiaffoni in faccia.

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