Roma 2014 - A girl walks home alone at night, la recensione
Da una premessa incredibile (vampiri musulmani con la passione per il punk) A girl walks home alone at night tira fuori un film sorprendente
É ovvio che siamo dalle parti di Lasciami entrare (e ovviamente di Jarmusch, come già detto, anche grazie ad un uso intelligente di una colonna sonora punk da urlo che vorrei trovare ora), cioè il vampiro è usato per raccontare una storia di conquista sentimentale, in cui la ragazza al centro di tutto incontra una preda che non capisce cosa stia succedendo (è uscito da una festa in maschera ed è ubriaco oltre ad essere vestito da conte Dracula) e la rimorchia con dolcezza. Lei rimane conquistata ma non sa che fare e lentamente porta avanti un corteggiamento nella notte fumosa di una città in cui paiono esserci solo potenziali vittime e fabbriche che fumano.
Ovviamente la premessa in sè non ha senso, cioè quella di un vampiro musulmano, visto che questi possono esistere solo all'interno di un'idea di mondo cristiana ma nulla importa davvero in questo pasticcio rigorosissimo, in cui il vampirismo è il più grande dei pretesti ma anche la più affascinante delle cornici. Perchè nel suo postmoderno ironico in cui mette la tradizione draculesca a contatto con il medio oriente, Ana Lily Amirpour rispolvera il vero e autentico romanticismo legato a queste figure crepuscolari che tutto il resto del cinema moderno (sia Twilight che Van Helsing, sia Underworld che Vampires) ha scelto di accantonare e invece, si veda anche Lasciami entrare, è ancora attualissimo, addirittura adattabile alla moda hipster e a quella visione di mondo.